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Stop alle auto a benzina, Matteo Salvini accusa Enrico Letta: "Legami con la Cina o non si spiega"

Christian Campigli

È un attacco frontale. Diretto e senza alcun tipo di mediazioni. Matteo Salvini, dopo il crollo verticale della Borsa di Milano di ieri pomeriggio, alza il tiro. E punta direttamente contro l'Unione Europea, colpevole, secondo il leader del Carroccio, di un vera e propria operazione di disturbo nei confronti dell'Italia. Una decisione che ha portato ad un'immediata impennata dello spread. Una volontà politica precisa, messa in atto attraverso la decisione della Banca Centrale di aumentare i tassi di interesse di venticinque punti base e del Parlamento Europeo di bandire, dal 2035 le auto a benzina e a diesel. “O Letta ha legami con la Cina, interessi con la Cina o non si spiega, a questo punto intervenga il Copasir o i servizi, visto che va di moda”. Il riferimento è al sostegno dato alla norma ecologista dal Partito Democratico. E rivendicato, con fierezza, dal suo segretario su Twitter. “Questa settimana il Parlamento Europeo farà un voto storico. Che peserà sulle future generazioni. Voterà Fitfor55, il piano europeo di riduzione delle emissioni. Noi voteremo SÌ”. Un sì maiuscolo, come per voler sottolineare un distinguo dal centro destra sempre più marcato.

 

  

 

Oggi, ma soprattutto in vista del voto di febbraio e di una campagna elettorale, di fatto, già iniziata. “Regali il mercato automobilistico - attacca Salvini - alla Cina, così non difendi l'ambiente, non difendi il lavoro”. L'ex Ministro dell'Interno è tornato poi a parlare di Draghi, fortemente criticato per non essere riuscito ad arginare la volontà della Bce. “Un governo Draghi bis? Diamo la parola agli italiani, fidiamoci degli italiani e lasciamoli scegliere. Noi abbiamo detto sì a questo governo di emergenza solo perché c'era la pandemia, poi di governi tecnici, di governi non eletti o di governi col Partito Democratico noi non ne faremo e non ne accetteremo più evidentemente”.