alta tensione

Guerra Russia-Ucraina, la Farnesina convoca l'ambasciatore Sergey Razov

Luca De Lellis

Su iniziativa del governo rappresentato dalla figura del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il Segretario generale e ambasciatore Ettore Francesco Sequi ha convocato alla Farnesina il diplomatico russo in Italia Sergey Razov. Il motivo? Le accuse rivolte alla stampa italiana dal ministro degli Esteri (nonché fedelissimo di Vladimir Putin) Sergej Lavrov in qualche recente dichiarazione.

Da quale pulpito viene la predica: questo il succo delle parole pronunciate da Sequi. I rimproveri all’informazione da parte di coloro che operano una propaganda di regime vera e propria, secondo lui, sono “falsi e irricevibili”. Lo stesso Di Maio nei giorni scorsi aveva denunciato questa spiacevole situazione: “I nostri mezzi d’informazione non possono prendere lezioni di giornalismo dalla Russia, né tantomeno ricevere minacce”.

  

Ci ha pensato anche il Segretario generale della Farnesina a confutare in maniera secca le insinuazioni che hanno colpito il nostro Paese. Accuse relative a un presunto coinvolgimento dei media italiani in una campagna di screditamento del mondo e della cultura russa. Sequi non si è fermato qui. Il suo intento, allineato con il pensiero nazionale in questa fase di guerra, è quello di spingere con forza per un accordo di pace tra Russia e Ucraina “firmato su basi eque e di rispetto della sovranità ucraina e dei principi del diritto internazionale”.

Ogni giorno di più si materializza l’assoluto bisogno di giungere a una risoluzione del conflitto che possa scrivere la parola fine anche alla crisi alimentare mondiale che sta sorgendo progressivamente a causa delle sanzioni internazionali.