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Benzina e diesel a prezzi record, il governo studia un nuovo taglio

Camillo Barone
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I listini di benzina e gasolio stanno raggiungendo ormai livelli record, al punto che in alcune zone del Paese i prezzi alla pompa hanno superato i 2 euro al litro anche in modalità self. L’ulteriore rialzo è arrivato proprio in concomitanza con i giorni di ponte per la Festa della Repubblica, in cui milioni di italiani ne hanno approfittato per spostarsi in auto. I prezzi più alti si sono registrati in Sardegna, dove la verde in modalità self è venduta a 2,109 euro al litro, 2,299 euro col servito. Ma anche a Roma la soglia dei 2 euro è stata sfondata in più punti, arrivando a quota 2,160 euro al litro per la modalità servito. È stato calcolato che un pieno di carburante oggi costa 20 euro in più rispetto allo scorso anno, e i rincari alla pompa superano in media il 26% sul 2021, determinando una stangata pari a circa 456 euro annui a famiglia solo per i maggiori costi di rifornimento.

 

Questi aumenti, previsti solo in parte, preoccupano il governo guidato dal premier Mario Draghi, che comincia a mettere a punto delle strategie per evitare nuovi rincari sul prezzo del gasolio. Bisogna tenere a mente che l’attuale taglio delle accise finisce l’8 luglio, quindi ci saranno cinque settimane a disposizione per pensare alla soluzione migliore. La più probabile resta quella di intervenire sull’Iva, che è cresciuta con il rialzo dei prezzi, e sfruttare quell’aumento per abbassare le accise e mantenere calmierato il prezzo, anziché metterlo nelle casse dello Stato. Questa misura non richiederebbe nemmeno un’approvazione formale in un consiglio dei ministri, ma basterebbe solamente la firma diretta di un Dpcm, il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, quindi per volontà diretta di Draghi. 

 

A soffrire il caro gasolio stavolta però sono anche i pescatori, che in più di una regione italiana hanno confermato ieri di voler proseguire per almeno un’altra settimana lo sciopero cominciato alla fine di maggio. Dovrà essere messo a punto quindi un nuovo pacchetto di sostegni anche per la categoria, ma il tempo stringe soprattutto adesso che ci sarebbero state le condizioni migliori per aumentare la distribuzione del pescato. Un’altra data che genera non poche preoccupazioni a Palazzo Chigi è il 30 giugno, giorno della scadenza del calmieramento delle bollette contenute nell’ultima manovra di aiuti del governo contro l’aumento del prezzo dell’energia, di cui finora hanno beneficiato 30 milioni di utenze domestiche e 6 milioni di imprese.

 

Si sperava che fino alla fine di giugno i prezzi di gas e petrolio si sarebbero riassestati, ma è stato così in parte solo per il gas, che è diminuito di poco rispetto alle settimane precedenti. Di certo l’ultimo pacchetto di sanzioni europee alla Russia – che prevede un embargo sul petrolio di Putin - non aiuterà nella stabilizzazione delle bollette degli italiani. Il premier Draghi continua a rifiutare però l’ipotesi di un nuovo scostamento di bilancio, e a conferma di ciò è intervenuta ieri anche la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra. Finora sono stati emessi circa 30 miliardi di aiuti per sostenere le fasce più deboli, ma resta ancora da capire fino a che punto basteranno viste le incertezze del futuro.

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