alta tensione

Matteo Salvini corre in difesa di Berlusconi: "Prima di criticarlo ci penserei...". Gelmini: "FI non è il tuo partito"

Daniele Di Mario

È sempre più saldo il rapporto tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Ormai va oltre la politica. Il leader leghista parla di «affetto» e di «amicizia», viene invitato alla festa di fidanzamento tra il Cav Marta Fascina (con tanto di endorsement sulla leadership che ha mandato in fibrillazione tanto Forza Italia quanto Fratelli d'Italia) e contraccambia telefonandogli per complimentarsi dopo la convention napoletana di FI.

Una vicinanza politica tanto forte da autorizzare Salvini a entrare a gamba tesa nel dibattito interno a FI per difendere l'ex premier dagli attacchi di Mariastella Gelmini. «Con tutto il rispetto - dice il segretario del Carroccio intervenendo ieri alla scuola di formazione politica della Lega Silvio Berlusconi è Silvio Berlusconi. Con tutto quello che ha fatto nella vita, a uno può piacere o meno, ma lascia traccia nella storia del nostro Paese. Prima di criticare Silvio Berlusconi qualcuno dovrebbe contare fino a cinque».

  

Parole nette, che provocano la reazione di Gelmini. «Invito il segretario della Lega, Matteo Salvini, a rispettare il dibattito interno ad un partito che - per il momento - non è il suo». «Ho posto in Forza Italia un tema di linea politica su una posizione che comprendo bene non sia quella di Salvini, ma che riguarda la collocazione europeista ed atlantista di Forza Italia. Un problema - conclude il ministro per gli Affari regionali - che evidentemente esiste, visto che per due volte il partito è dovuto intervenire a chiarire, a prescindere da me».

Insomma, non c'è pace in Forza Italia. «È un partito unito, dove ciascuno è libero di esprimere una posizione personale, ma che non può accettare di essere rappresentato come diviso o succube di qualcun altro - dice il coordinatore Antonio Tajani - L'intera classe dirigente è impegnata in un rilancio del quale si vedono i primi frutti, che consentirà al centrodestra di vincere le prossime elezioni politiche e cambiare finalmente il Paese. Una singola opinione non rappresenta una divisione, ma danneggia un'intera comunità umana e politica che proprio in questi giorni ha trovato entusiasmo ed un nuovo slancio attorno al proprio leader. A tutti è richiesto un supplemento di responsabilità e buonsenso».

In serata la replica di Gelmini: «Caro Antonio, responsabile sempre, ma con la schiena dritta». Alla ministra fa sponda il collega di governo Renato Brunetta: «Bene fa chi chiede chiarezza. Noi e i nostri elettori siamo da una parte sola: dalla parte dell'Ucraina, dell'Europa e della Nato».

Quanto a Salvini, il leader leghista difende il Cav anche da chi lo critica per le parole sull'Ucraina: «Una volta veniva criticato qualcuno se parlava di guerra, adesso da sinistra si levano critiche se qualcuno parlava di cessate il fuoco, di disarmo nucleare, di pace. Si invertono i ruoli, una volta c'era la sinistra peace and love e adesso c'è la sinistra di Letta che parla di armi. Io preferisco parlare di pace, però Berlusconi era tranquillo», aggiunge Salvini. Non c'è ancora tranquillità nel centrodestra, anche se il segretario di via Bellerio cerca ancora di smorzare i toni, pur concedendosi qualche frecciata: «La Lega è saldamente nel centrodestra e si augura che il centrodestra sia compatto in Comuni, Regioni e a livello nazionale. Ogni tanto sento qualcuno che non ha le mie stesse certezze, però io sono ottimista per natura».

Il perimetro della coalizione resta immutato, anche se Italia Viva di Matteo Renzi in qualche Comune ha scelto di allearsi con il centrodestra alle prossime amministrative: «Loro scelta. La Lega è e sarà nel campo del centrodestra. Finita questa esperienza di governo di emergenza nazionale dovuta alla pandemia - senza pandemia è evidente che non avremmo mai governato con il Pd - torneremo a governare con il centrodestra. Se qualcuno si aggiungerà, libero di farlo. L'unico punto di contatto con Renzi è il sì ai referendum, per il resto viviamo su due pianeti molto lontani». Proprio sui referendum della giustizia del 12 giugno, Salvini osserva: «C'è un silenzio volgare, vergognoso e preoccupante dalla stragrande maggior parte della politica e dei mezzi di informazione».

Salvini poi esclude qualsiasi modifica alla legge elettorale: «Occupare il Parlamento con mesi di guerriglia sulla legge Zan o la legge elettorale sarebbe fuori dal mondo. Il presidente Draghi richiama alla velocità e all'efficienza, non si deve incagliare il Parlamento su leggi che dividono, perché la legge elettorale non penso sia una priorità per gli italiani. Se ne occuperà il prossimo Parlamento». Piuttosto, il leader leghista propone di far votare nel 2023 anche una assemblea costituente «scegliendo 100 personalità d'eccellenza, anche al di fuori del mondo dei partiti, che con calma e senza avere assilli partitici, rileggano e riaggiornino la nostra Costituzione». Una proposta che piace a Forza Italia, come dimostra il place di Paolo Barelli e Simone Baldelli. Rieccolo l'asse Lega-FI.