tracollo grillino

Suicidio M5s in Senato, la commissione Esteri va a Stefania Craxi. Conte imbufalito: "Telefonate di fuoco"

Il voto in Senato per la presidenza della Commissione Esteri per superare il caso di Vito Petrocelli si risolve con il suicidio grillino. Eletta Stefania Craxi tra le polemiche nella maggioranza, naturalmente sul fronte progressista. Il M5S incassa la sconfitta, nonostante l’appoggio del Pd, dovendo rinunciare alla guida della terza Commissione. Il movimento guidato da Conte, fino a ieri sera non aveva espresso una linea unitaria, puntando poi su Ettore Licheri, preferito a Simona Nocerino, più vicina al ’governista' Luigi Di Maio. Mossa che ha spinto parte del centrodestra, a partire dalla Lega a virare su Stefania Craxi, quando si è capito che l’azzurra poteva spuntarla. Il segreto dell'urna ha fatto il resto. 

"Bocciare la Nocerino - commenta un membro della Esteri di centrodestra - si è rivelata una scelta irrazionale perché tutti sapevamo, dalla scorsa settimana, che lei sarebbe andata ben oltre la maggioranza, con una larga convergenza". In transatlantico non si parla d'altro del suicidio grillino: "Hanno abdicato, chi è causa dei suoi mal pianga se stesso". Dal Pd bocche cucite, ma ora si attende un chiarimento tra dem e gruppo di Conte, per un caso che agita la maggioranza di governo. Intanto, fa sapere l’Adnkronos, il leader del M5S Giuseppe Conte convocherà a breve il Consiglio nazionale del M5S. Fonti interne al Movimento raccontano di un Conte "molto adirato", alle prese con telefonate di "fuoco", riportano alcuni beninformati. Nelle prossime ore l’ex premier dovrebbe dar voce pubblicamente al proprio disappunto.

  

Craxi, dal canto suo, ha dichiarato : Con onore e con grande senso di responsabilità mi accingo a ricoprire, in questo scorso di legislatura, il ruolo di Presidente della Commissione esteri del Senato, in uno scenario internazionale delicato che non consente tentennamenti ed equivoci di sorta e richiede al contempo un surplus di diplomazia". "La politica estera di un grande Paese come l’Italia, per ragioni valoriali e culturali, ancor prima che storiche e geopolitiche, non può non avere chiari connotati atlantici, un atlantismo della ragione che non ammette deroghe ma non accetta subalternità. È in questo contesto che dobbiamo avere l’ambizione di essere protagonisti di pace, ricoprendo un ruolo guida sul fronte Sud e nelle acque inquiete del Mediterraneo allargato" ha detto la nuova presidente della Commissione Esteri del Senato.