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Termovalorizzatore Roma, il governo in soccorso del sindaco Gualtieri: nel decreto Bollette spuntano i poteri speciali

Filippo Caleri

Sarà che anche il premier Draghi è un cittadino romano e che, come tanti, non ne può più di vedere i cassonetti della città colmi di immondizia, o anche che semplicemente il problema rifiuti della città eterna non è più rinviabile, sta di fatto che SuperMario sta tirando fuori i poteri speciali per dare un «aiutino» al sindaco Roberto Gualtieri.

Così, nel decreto Bollette che sta per uscire dagli uffici tecnici di Palazzo Chigi, dovrebbe trovare spazio una norma in grado di creare una corsia preferenziale per l’iter autorizzativo del termovalorizzatore che dovrà chiudere il circolo del trattamento dei rifiuti nella Capitale. Un problema che perseguita la metropoli da decenni e che il primo cittadino pare determinato a risolvere definitivamente, nonostante le barricate preventive già alzate dalla maggioranza che lo sostiene. Per dargli manforte, però, il governo pensa alla creazione di una procedura ad hoc per consentire all’impianto di vedere luce senza impantanarsi nella giungla delle autorizzazioni e dei veti incrociati degli enti locali che hanno competenza in materia.

  

In particolare, nonostante la vicinanza politica tra l’ex ministro dell’Economia e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, è la Regione ad avere diritto di decisione esclusivo sul trattamento dell’immondizia. E per dare semaforo verde all’opera serve una deroga legislativa rispetto all’attuale piano regionale. Che, a oggi, non prevede inceneritori sul suolo del Lazio. Un passaggio dal peso politico non indifferente e che, vista l’urgenza e la determinazione di Gualtieri, potrebbe trovare spazio sul primo provvedimento utile in gestazione a Palazzo Chigi che è appunto il secondo decreto Bollette, già annunciato dal governo agli inizi di aprile per mitigare ulteriormente il peso dei rincari dell’energia su famiglie e imprese.

Non poteva esserci testo di legge migliore per inserire il supporto a Gualtieri, e ai romani invasi dai sacchetti che fuoriescono dai cassonetti. Sì perché il termovalorizzatore romano, che secondo i rumors potrebbe trovare collocazione a Sud di Roma nella zona di Santa Palomba, oltre a risolvere il problema dei rifiuti sarà in grado di produrre una buona fetta di fabbisogno energetico della regione. E considerata l’attuale fame di energia del Paese a causa degli eventi bellici e del post lockdown, la possibilità di avere una fonte di produzione interna per diminuire la dipendenza energetica, è una delle migliori strategie per abbattere i rincari dei conti per famiglie e imprese.

Lo strumento insomma c’è, la pressione degli eventi può fare il resto per accelerare la soluzione. Anzi a voler lavorare di retropensiero, l’improvvisa spinta di Gualtieri per la realizzazione della struttura di utilizzo dei rifiuti, potrebbe essere legata proprio alla possibilità offerta dall’intento del governo Draghi di lavorare in tempi rapidi per ottenere un grado di autonomia energetica più alto rispetto a quello attuale vantato dal Paese.

In questa direzione vanno le altre norme che dovrebbero essere inserite nel provvedimento, la cui dotazione finanziaria si aggirerebbe attorno ai sei miliardi di euro, e che prevedono di aumentare in tempi veloci l’energia prodotta dalle centrali a carbone attualmente in funzione. Nessuna riapertura dunque ma aumento della capacità produttiva di quelle accese per portare la produzione al 10% del fabbisogno dall’attuale sei per cento. Stessa linea per quanto riguarda le estrazioni di gas dai pozzi. Da quelli attivi sarebbe autorizzato un aumento del tiraggio di idrocarburi superando gli attuali limiti imposti dal piano di transizione energetica. Per ora, invece, non ci sarebbe all’orizzonte il via libera a nuove trivellazioni. Sempre che Putin non le renda necessarie.