dal 7 febbraio

In classe con le nuove regole, a scuola scoppia la rivolta

Da lunedì 7 febbraio cambiano le regole su come trattare i casi Covid all’interno della scuola: secondo quanto previsto dal decreto legge sulle misure anti Covid-19 approvato dal CdM il 2 febbraio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio, reso applicativo con Circolare dal ministero della Salute e dell’Istruzione, negli istituti d’infanzia e alla primaria le lezioni restano in presenza per tutti fino a quattro casi; nelle scuole secondarie di primo e secondo grado le attività rimangono in presenza con un caso, dopo di che (come nella primaria) scatta la didattica a distanza per i non vaccinati o per coloro che non hanno completato il ciclo o che sono guariti o vaccinati da oltre 120 giorni. Il dicastero dell’Istruzione ha predisposto un vademecum nel quale si presentano le svariate casistiche in cui ogni alunno o lavoratore della scuola si può trovare. In ogni caso, ai fini del calcolo dei casi confermati positivi al Covid19 non è considerato il personale educativo e scolastico. Inoltre, l’accertamento del caso successivo di positività deve avvenire con un intervallo massimo di 5 giorni dall’accertamento del caso precedente.

 

  

 

 

 

Anief continua a ritenere insoddisfacenti le misure che il Governo sceglie per prevenire i contagi da Covid19: »Permangono tutte le nostre perplessità - dice Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato - perché non comprendiamo il motivo per cui le disposizioni più elementari - distanziamento, dimezzamento delle classi, ampliamento degli spazi e del personale - non sono stati mai adottati. Dopo Natale, con i casi di positività alle stelle e 400 decessi al giorno, si è deciso di tornare tutti in presenza, invece di andare in Dad per qualche settimana. Ci si è aggrappati solo al vaccino, procedendo con sospensioni illegittime del personale: a costo di andare contro il Consiglio d’Europa, la cui assemblea con una nuova risoluzione, la n. 2361, ha pure di nuovo raccomandato agli Stati membri la vaccinazione ma senza discriminazione per i cittadini non vaccinati«.