all'attacco

Controcorrente, Capezzone ce ne ha pure per Mattarella: "Bastava dire no", italiani presi per i fondelli

Tutto resta uguale, Mario Draghi al governo e Sergio Mattarellla al Quirinale. Un osservatore della politica che aveva previsto quello che poi il Parlamento ha certificato, ossia il mandato bis del presidente della Repubblica, è stato Daniele Capezzone. Il giornalista domenica 30 gennaio, ospite di Veronica Gentili a Controcorrente, ricorda: "Mi puoi dare altro che da due mesi tutte le volte che ci hai interpellati in questi studi sul Quinale la prima cosa che ti dicevo è: resterà il presidente Mattarella", rivendica Capezzone. 

 

  

"Non perché ho la palla di vetro - dice durante la trasmissione di Rete 4 - ma perché era scritto nelle cose". Lo stesso Mattarellaa non ha fatto nulla per evitarlo.  "Se il presidente non voleva assolutamente che il suo nome entrasse" nella partita del nuovo presidente, argomenta Capezzone, "al primo giorno, al primo scrutinio e al primo minuto del voto" dei grandi elettori "in cui ci sono 15 schede col suo nome" avrebbe dovuto battere un colpo. "Dal Quirinale arrivano veline di tutti i tipi", poteva arrivare anche un messaggio ai partiti: "Sarebbe bastato dire no". 

 

Prova ulteriore è quanto avvenuto in seno al Movimento 5 Stelle. "Si è addirittura consentito a Luigi Di Maio di usare il nome di Mattarella per una conta interna" e differenziarsi con Giuseppe Conte. "Lo dico con rispetto per tutti, per le cariche istituzionali e per i partiti - è l'attacco di Capezzane - gli italiani vi guardano e si sentono presi per il... diciamo i fondelli".