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Quirinale, Roberto Fico rovina i piani di Silvio Berlusconi. La mossa per evitare la conta dei voti

Il presidente della Camera, Roberto Fico, prova a mettere i bastoni tra le ruote di Silvio Berlusconi e della sua strategia per "monitorare" la progressione delle votazioni che decreteranno l'elezione del presidente della Repubblica. Secondo quanto ha riportato domenica 16 gennaio da Repubblica, il Cav avrebbe messo a punto un sistema per "misurare" la fedeltà dei vari gruppi del centrodestra, bacino di voti indispensabile per il sogno Quirinale, al quale si dovranno aggiungere più di 50 preferenze pescate nel Misto o in altri gruppi. 

 

  

La strada per il Colle è irta di insidie, e tra la prima e la quarta votazione si capirà se il Cav ha i voti per sognare. La sintassi nella votazione, servirà a capire la "paternità" dei voti. Secondo il quotidiano nell'esprimere la propria preferenza i parlamentari di Forza Italia useranno la locuzione "Berlusconi". La Lega si distinguerà con "Silvio Berlusconi", Fratelli d'Italia con "Berlusconi Silvio", mentre ai "cespugli" di centrodestra saranno riservate le formule "S. Berlusconi" e "Berlusconi S." per rendere in qualche modo riconoscibile il voto segreto. 

 

Ebbene, Fico ha intenzione di liberare il campo da scorciatoie parlamentari viste come "trucchi" e, sempre secondo Repubblica, sta studiando una mossa per complicare e non di poco la corsa di Berlusconi al Quirinale. In cosa consiste? Quando il grillino dovrà declamare cosa c'è scritto sul foglio della votazione "potrebbe limitarsi a pronunciare solo il cognome di chi riceve i voti. Senza nome di battesimo, abbreviazioni, appellativi alternativi o creativi". Non solo, per non dare vantaggi al Cav "annuncerà la decisione soltanto la mattina del 24 gennaio".  Gli uffici tecnici di Montecitorio gli hanno consegnato un dossier che contiene i tre possibili modi di procedere, che trovano fondamento nel comportamento dei suoi predecessori. Uno di questi tre precedenti prevede proprio la possibilità di limitarsi al solo cognome. 

 

La mossa di Fico sarebbe supportata da alcuni precedenti, come quando Luciano Violante in occasione dell'elezione di Carlo Azeglio Ciampi si limitò a pronunciare il cognome del votato. L'esponente M5s sta valutando anche un'altra via, quella utilizzata da Roberto Giachetti proprio nella sua elezione a presidente della Camera. Via appellativi come senatore o Cavaliere e cariche varie, altri "marcatori" possibili di paternità di un voto, ma lettura dei vari Berlusconi o Silvio Berlusconi, senza iniziali. Il che renderebbe complicatissimo "leggere" la mappa del voto parlamentare.