fucilato

Nessuno al mondo come lui, così la Maglie disintegra Draghi

Federica Pascale

All’indomani della conferenza stampa del Presidente del Consiglio Mario Draghi, continuano i commenti sui contenuti e le modalità anomale della stessa. Se ne parla in studio durante la puntata di martedì 11 gennaio de L’Aria che Tira, il talk di approfondimento politico condotto da Myrta Merlino su La7.

Un aspetto molto criticato della conferenza stampa è stata la divisione, ad opera del premier, tra domande accettabili e non accettabili, che quindi non avrebbero ricevuto risposta. Le domande non accettabili riguardavano il Quirinale: “Sono a disposizione per le domande, ma non risponderò a questioni riguardanti possibili sviluppi futuri come il Quirinale” ha anticipato Draghi ad inizio conferenza stampa.

  

 

 

 

 

 

La stessa Merlino, durante la puntata, evidenzia come “ad un altro premier, alcune di queste rispostine non sarebbero state perdonate”. Le mosse di Draghi vengono commentate con la giornalista Maria Giovanna Maglie, ospite in collegamento. “Ritengo che la conferenza stampa di ieri abbia delle caratteristiche legate al surreale. Ad un altro leader politico non sarebbe mai stata consentita, nessuno al mondo fa una cosa del genere”. Piuttosto, sostiene la Maglie, sarebbe stato più opportuno glissare elegantemente sulla risposta ma mai palesare la propria volontà di non rispondere a legittime domande poste dai giornalisti, per principio. “Abbiamo visto un’intera conferenza stampa con un solo capro espiatorio, i no vax. Se c’è una regione come la Lombardia dove si è vaccinato il 90% delle persone, possono essere un 10% di no vax a far aumentare i contagi?” Tra l’altro, durante la conferenza, il ministro Speranza ha mostrato orgogliosamente un grafico che però, come hanno notato in molti, si riferiva a dati vecchi. “La conferenza stampa di ieri è segnale di una straordinaria confusione nella cabina di regia nella quale ostinatamente ci si rifiuta di riconoscere che accanto alla campagna vaccinale occorreva fare una politica di terapie domiciliari”.