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Tagliato il taglio dei vitalizi: l'assegno per i senatori viene rivisto al rialzo

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Il taglio dei vitalizi è giusto, ma sbagliato era il metodo e per questo i senatori di fatto riceveranno di più di quanto avuto dopo la riduzione. Ecco in sintesi quanto deciso dalla Commissione Contenziosa di Palazzo Madama.

La vicenda è in punta di diritto. A far scattare il procedimento il ricorso di alcuni senatori contro il taglio del vitalizio deciso dalla delibera del Movimento 5 Stelle del 2018, taglio confermato in "primo grado" da parte della commissione di Garanzia, e che ora dovrà essere visto al rialzo in virtù della decisione della Commissione Contenziosa.

 

In  Commissione sono stati fatti i nuovi calcoli, Si aspettano ora le motivazioni dell’organismo presieduto dall’azzurro Luigi Vitali, per capire il meccanismo applicato. "Oggi dopo un lungo approfondimento il Collegio di Garanzia ha deliberato sui vitalizi ritenendo legittimo il taglio ma errato il metodo di calcolo - hanno fatto sapere i relatori Vitali e il leghista Ugo Grassi - Per questi motivi è stata dichiarata l’illegittimità della delibera dell’ufficio di presidenza n.6 del 2018 nella parte in cui ha preso come età di riferimento per il calcolo del montante l’età del Senatore al momento della percezione del vitalizio anziché quella successiva alla delibera stessa".

 

"La decisione di oggi stabilisce che la delibera M5s del 2018 è corretta e che i vitalizi non potevano rimanere quella misura super privilegiata che abbiamo visto per decenni" dicono sono i componenti M5s del Consiglio di Presidenza del Senato, Paola Taverna, Laura Bottici, Michela Montevecchi, Giuseppe Pisani e Sergio Puglia. "Il Consiglio di Garanzia - riprende una nota - afferma che è giusto tagliarli procedendo secondo il metodo contributivo, quello in vigore per le pensioni dei cittadini italiani, conferma che lo strumento che abbiamo utilizzato, la delibera del Consiglio di Presidenza, è corretto e che la metodologia che era stata proposta in prima istanza era giusta".

 

"L’unico punto contestato dalla sentenza di oggi - osservano ancora i 5 stelle - è il coefficiente di ricalcolo costruito da Inps e Istat e inserito nel provvedimento del 2018, che quindi dovremo rivedere. Si mette così la parola fine a una questione che si è trascinata per troppo tempo". Insomma, viene scritta la parola fine dopo i ricorsi dei senatori. Che incassano comunque il "ritocchino". 

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