CORSA CONTRO IL TEMPO

Manovra, accordo sul rinvio di 180 giorni delle cartelle esattoriali

L’obiettivo è chiudere la partita entro domenica, per rispettare i tempi stabiliti dal Parlamento sulla legge di Bilancio. Il ritardo accumulato è frutto di un mancato accordo soprattutto sul rinvio delle cartelle esattoriali, tema posto con forza dal centrodestra, FI e Lega in primis, che ora sembra vicino a un compromesso.

Figlio del vertice organizzato al Mef, a cui hanno preso parte il ministro dell’Economia, Daniele Franco, la vice ministra, Laura Castelli, e i relatori alla manovra: il presidente della commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco, Erika Rivolta (Lega) e Vasco Errani (Leu). Secondo quanto filtra da fonti parlamentari, infatti, la soluzione individuata sarebbe quella di far slittare i termini di pagamento delle cartelle notificate entro gennaio del 2022 al successivo mese di settembre. Un extra-time di 180 giorni che, in alcuni casi, può significare ossigeno puro per famiglie e imprese.

  

 

Non a caso il primo a esultare è il coordinatore nazionale degli azzurri, Antonio Tajani. Che su Twitter scrive: «L’ipotizzato rinvio di sei mesi delle cartelle esattoriali con scadenza a gennaio è un primo segnale positivo da parte del governo, lungo la strada indicata da FI».

C’è anche un’altra novità emersa dalla riunione. L’ipotesi è quella di creare un fondo ad hoc per contrastare le emergenze dovuta al Covid-19. Al momento non sono note le cifre in dotazione, ma lo scopo della misura dovrebbe essere quello di sostenere i costi dovuti alle spese sanitarie, oltre a un sostegno economico per le attività economiche, in considerazione della recrudescenza della pandemia, ora che l’Italia si trova ad affrontare la quarta ondata di Coronavirus. Il quadro, dunque, si sta delineando.

Non solo su fisco, perché l’intesa sull’estensione del Superbonus 110% e l’incremento dei fondi per la scuola sono considerati capitoli ormai risolti. Questo surplus di trattative tra maggioranza e governo, però, ha reso necessario uno slittamento nell’arrivo degli emendamenti dell’esecutivo alla manovra, che saranno depositati in commissione Bilancio al Senato non prima di domattina, con qualche ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia programmata. Una volta chiusi tutti i dossier rimasti ancora aperti e limati gli ultimi dettagli, si procederà ai voti per rispettare il timing stabilito dalla conferenza dei capigruppo, dunque con l’approdo in aula entro martedì 21 dicembre.

La commissione proseguirà i lavori fino a domenica, senza limiti di tempo per l’analisi del provvedimento: la sfida è cruciale e il governo non vuole mancare l’appuntamento.