alle origini di alleanza nazionale

Quello sguardo al futuro di 'Pinuccio' Tatarella: gli articoli visionari sulla Destra raccolti in un libro

Francesco Storace

Chiunque abbia mai varcato l'ingresso dell'ufficio di Pinuccio Tatarella a Bari rimaneva gioiosamente meravigliato dell'immensa raccolta di articoli, ritagli di giornali, fotografie. Quello straordinario uomo di destra, passato alla storia della politica come «ministro dell'armonia», preferiva il profumo dei giornali a quello della carta filigranata. E già questo indicava la statura morale dell'uomo. Pensava. Leggeva. Ideava. Scomparso improvvisamente nel 1999, a soli 64 anni, Tatarella costruì la nuova destra italiana, quella che fu battezzata come destra di governo. Ma fece in tempo a lasciare la sua impronta alle idee su cui si mossero diverse generazioni di italiani, a partire da Gianfranco Fini. E ne parliamo grazie ad una nuova opera che lo riguarda, un libro dato alle stampe da Historica a cura della Fondazione Tatarella e con la prefazione di Giorgia Meloni. Già il titolo «La destra verso il futuro - Itinerario di una svolta», va letto pensando a quegli anni Novanta in cui ebbe inizio una grande avventura politica. Sì, perché si tratta di una collezione di articoli, ospitati prima dalla stampa locale della sua adorata Puglia, e poi da prestigiose testate nazionali, che rappresentano - letti insieme - un inedito particolare.

 

  

Tatarella li raccolse con la sua passione politica e giornalistica, erano i prodromi del battesimo della nuova destra e avrebbe voluto pubblicarli a dimostrazione di una straordinaria capacità di antivedere quel che sarebbe accaduto dalle parti del Msi. Lo ha fatto la fondazione intitolata a suo nome e questo emoziona ancora di più. Perché quella documentazione, mai raccolta unitariamente, è stata ritrovata durante i lavori di ordinamento e digitalizzazione dell'archivio Tatarella. E non si può non evidenziare quanto sia prezioso come contributo per raccontare l'evoluzione della destra italiana, il passaggio da una destra di protesta a una di proposta, spiegato dal principale artefice di quella svolta. Interviste e articoli di Pinuccio Tatarella, pubblicati su diverse testate tra il dicembre del 1986 e il novembre del 1993. Il tutto con un filo logico: offrire alla comunità nazionale le idee e i valori della destra italiana. Poi, le elezioni del marzo del 1994, le conseguenti responsabilità di governo assunte da Tatarella, vice presidente del Consiglio e ministro delle Poste e telecomunicazioni e poi la prematura scomparsa, non ne consentirono probabilmente la pubblicazione. Ma la destra di governo è nata a Fiuggi con la creazione di Alleanza Nazionale, una destra moderna e non più emarginabile dal gioco della democrazia: e fu proprio Pinuccio Tatarella a immaginarla e realizzarla, scrive il nipote Fabrizio nella presentazione del volume. Fin dal 1986 Tatarella individuò nella destra e nella sinistra le due rive alternative. Sembrava incredibile leggere che «il centro non è un valore. È una zattera, è un traghetto che va dalla riva destra a quella sinistra, ospita passeggeri quando una delle due rive è è debole, rimane senza passeggeri quando tutte e due le rive sono forti». Erano gli anni di una Dc assolutamente potente, eppure quel visionario già pensava al bipolarismo tra destra e sinistra. Allora c'erano ancora Msi e Pci...

 

Quattro anni dopo, nel 1990, l'alleanza a tema, il rilancio della grande campagna per la Repubblica Presidenziale. Proponeva «una grande alleanza per il presidenzialismo, una alleanza su un grande tema interpartitico, movimentista, trasversale». Strategia. Mentre oggi si parla del gruppo misto per scegliere il Capo dello Stato, Tatarella sognava che lo facesse il popolo radunando la maggioranza degli schieramenti favorevoli. Dalle pagine appassionanti di «Destra verso il futuro» emerge il pensiero nitido di un leader che seppe costruire un progetto politico con gli strumenti della cultura da offrire al dibattito politico, pubblico, trasparente, senza nascondere mai l'obiettivo. Capitolo dopo capitolo, affiora la necessità di arenare la balena bianca e di erodere il consenso di un voto cattolico che rendeva centrale la Dc. Era la destra «per il rinnovamento» della Repubblica e della politica quella che frullava nella testa mai ferma di Pinuccio Tatarella. La costruzione del terzo polo nell'Italia consociativa di Dc e Pci. L'onda lunga della destra in Europa. La disponibilità a misurarsi sulla questione istituzionale. Pagine di storia politica che allora parevano impossibili da realizzare. Poi, il piccone di Francesco Cossiga, la fine della partitocrazia, «la destra come calamita». Una pubblicazione, se vogliamo, che rappresenta anche una sorta di testamento politico di Giuseppe Tatarella al nostro tempo. Viviamo i giorn i dell'inquietudine politica, partiti che conoscono solo leader e sempre meno idee. Tatarella ha garantito un riferimento politico e culturale alla destra italiana e attraverso di essa alla Nazione tutta. Pensieri meno noti al grande pubblico e che era giusto riproporre, persino con uno stralcio di quelle tesi di Fiuggi che portarono il Msi verso Alleanza nazionale. È l'immedesimazione in una storia, è il copyright postumo su una vicenda collettiva che ha fatto sognare milioni di italiani. Quel popolo, anni dopo, si è diviso tra altre fazioni in una diaspora interminabile. Ora, a destra, ci sono Giorgia Meloni, e Matteo Salvini. E chissà, se leggendo quel libro, non comincino anche loro a ragionare in termini di unità vera. In fondo è anche questa l'aspirazione grande che ci lascia Tatarella.