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"Qualcuno verrà eletto ma..." Franceschini gela Draghi sulla via del Quirinale

Gianni Di Capua

I tempi per la scelta del nuovo capo dello Stato iniziano a stringersi. A un mese e mezzo circa dall'inizio delle votazioni, i giochi si fanno sempre più intensi e anche i player inizialmente in panchina scaldano i muscoli per entrare in campo, scoprendo qualche lembo delle proprie carte. Nessun nome, ovviamente, ma indicazioni sì. Come nel caso di Giorgia Meloni: «Io cerco un presidente della Repubblica che faccia rispettare la sovranità italiana, le regole e la Costituzione», dice. Il «sogno proibito» sarebbe Mario Draghi, per arrivare alle elezioni anticipate, che «sarebbero più vicine ma non certe, perché conosco l'attuale Parlamento».

 

  

Riconosce, però, che pure per l'ex Bce «è difficile», anche se lancia un macigno nel dibattito politico: «Il mandato di Draghi è legato a quello di Mattarella, lo scenario cambia e il tema delle urne va posto». «Vorrei un capo dello Stato che avesse a cuore la sovranità italiana, la difesa degli interessi del Paese e rispetti la sovranità popolare aggiunge la Meloni - Berlusconi sulla difesa della sovranità non sarebbe affatto un problema. Anzi».

 

Difenderebbe la sovranità nazionale, è un'ottima carta che va tentata, però ho anche detto al centrodestra che bisogna avere un piano B e, forse, un piano C, perché la partita non è facilissima». L'importante è conservare compatta la coalizione: «Se questa partita non va e se ne deve aprire un'altra, non dobbiamo andare in ordine sparso». Franceschini ascolta e rimane sempre sul filo dell'equilibrio, senza esporsi. Tanto che Meloni chiederà al ministro dei Beni culturali «di farmi un corso di formazione sul "forlanismo", per non rispondere alle domande che continuamente mi vengono poste sul Quirinale».

La risata generale stempera la tensione, ma l'esponente dem qualcosa comunque la dice: «Il nuovo presidente della Repubblica? Qualcuno lo farà...», ma «al di là di quello che accadrà, la legislatura deve arrivare a conclusione». Il senatore Dem Andrea Marcucci è più esplicito di Franceschini: «Io mi auguro che Draghi resti a Palazzo Chigi e aggiungo a lungo. Aspetto che lo dica anche Enrico Letta». «Fare i nomi dei candidati Presidenti della Repubblica in questo momento - continua il parlamentare - vuol dire soprattutto bruciarli. Ma ce ne sono tanti, sia uomini, che donne che sono in grado di farlo».

 

La Meloni poi, facendo riferimento alle indiscrezioni su un colloquio telefonico avvenuto tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini proprio per parlare di Colle e per inaugurare la stagione del dialogo che l'ex premier ha pubblicamente annunciato, dice: «L'ho sentito anche io». Ma la telefonata tra il presidente M5S e il segretario della Lega dalle parti del Carroccio «non risulta». Ma anche se ci fosse stata, per la presidente di Fratelli d'Italia rientrerebbe nella «assoluta normalità» di una dialettica politica: «Non ci farei grandi retroscena sopra».