comizio finale

Corsa al Campid0glio, Raggi spera nella rimonta

Adriano Bonanni

Virginia Raggi schiera tutti i suoi pezzi da novanta nel comizio finale a piazza Bocca della Verità per recuperare terreno sugli avversari: Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, ma soprattutto Beppe Grillo - il suo più grande sponsor per questa nuova candidatura alla guida di Roma - anche se solo in collegamento telefonico.

Punta tutto sulle battaglie fatte per ripristinare la legalità la sindaca uscente. «Ci hanno anche presi in giro. Per 40 anni nessuno se ne era accorto, una vergogna. Sono qui con la maglietta "My name is Roma". Me l’ha regalata Alessandro Cardente, candidato nella lista Roma ecologista. Mi ha spiegato che grazie a quello che abbiamo fatto, l’abbattimento villette, Roma non è più Casamonica, ha iniziato a cambiare nome. "Il mio nome è Roma, non mollare" mi ha detto. E io non mollo». «È bello vedervi - prosegue - Siamo tanti, ci siamo mancati un po’. Veniamo da due anni durissimi, dobbiamo rivolgere un pensiero a chi non c'è più, ai sanitari, a chi ha lavorato nei supermercati, agli agricoltori. Sono tante le categorie che hanno lavorato durante il Covid. Un pensiero va a loro».

  

Ma la Raggi, dopo aver bocciato la candidatura di Roma alle Olimpiadi ora esalta quella per l’Expo 2030: «Il presidente del Consiglio ha dato l’ok del governo. Sono due anni che lavoriamo al progetto. Abbiamo pulito i conti, abbiamo fatto del bene a questa città ed oggi sfidiamo Mosca e Busan a testa altissima». Virginia attacca anche il candidato del centrodestra: «Con Conte vinciamo e battiamo Michetti al ballottaggio. Le priorità sono lavoro, trasporto e ascolto degli ultimi. Andiamo avanti con coraggio».

 

 

 

 

 

L’intervento più atteso però è quello di Beppe Grillo che interviene con un collegamento telefonico. «Se andrai al ballottaggio e vincerai, sarà una vittoria non solo per Roma ma per tutta l’Italia e l’Europa - esordisce - Abbiamo fatto anche cazzate, ci siamo fidati di persone di cui non dovevamo fidarci». Poi fa una promessa alla Raggi: «Tu non sparirai nel caso non vincessi la carica di sindaco, non sparirai dal Movimento, sei nel comitato dei garanti».

«I romani devono capire che hai messo le basi per qualcosa che deve continuare. Se poi voteranno in altro modo ne sconteranno le conseguenze - ha proseguito il fondatore del Movimento - Hai ereditato una città straordinaria ma perversa, Roma vive nel passato, ogni romano è un Nerone in miniatura, suona e se la canta, dice" li mortacci" e dietro le spalle ha l’apocalisse. Tu non hai avversari, ho sentito parlare i tuoi avversari, sono proiettati nel passato, uno parla di città dei 15 minuti l’altro di risolvere il problema dei rifiuti con gli inceneritori». Infine una frecciatina a Conte: «Auguro il meglio a Raggi, a Di Maio, alla Taverna e al nostro "Mago di Oz" Conte, che ora si rende conto di un mondo straordinario, la piazza. Lui viene da mondo accademico e va per strada, gli gridano "sei bono". Inizia a capire il senso del Movimento, che è visione, transizione ecologica solidale, perché è questo dobbiamo imporre».