verso il campidoglio

Un non-programma per tenere buoni tutti, Calenda spiana Gualtieri e Bettini

Per il candidato a sindaco di Roma per Azione, Carlo Calenda, quello dello sfidante del centrosinistra, Roberto Gualtieri è «un non programma». Calenda in un video sui social spiega: «Conosco Roberto Gualtieri, l’ho sostenuto alle elezioni europee e non penso affatto che sia una persona priva di qualità, ma penso che il suo sia un non programma perché un programma, per esempio, quantifica le risorse che ci vogliono a fare delle iniziative, un programma quantifica i tempi che ci vogliono per fare delle iniziative, un programma insiste sui nodi difficili da risolvere. Invece qui dietro c’è un disegno politico e il disegno politico è la stasi, cioè l’idea di non fare mai scelte perché ogni scelta è divisiva di per se stessa quindi l’idea che Roma debba rimanere com’è».

 

  

 

 

 

 

 

«Sappiamo - prosegue il candidato a sindaco per Azione - che Gualtieri vorrà fare 4 tavoli: uno sulle alberature, uno sulla città d’arte, uno di confronto con le società calcistiche, uno di lavoro permanente per il reinserimento dei condannati. E poi 6 patti: per Roma, per il lavoro con Ama, per la rinascita del mare, per l’occupazione, con le altre città della cultura, per la qualità del commercio su area pubblica. E ben 18 piani, ma i piani sono il programma perché lo stai rimandando a una data successiva - aggiunge Calenda - Quello che c’è dietro al non programma di Gualtieri è che a Roma bisogna dare a tutti un pezzettino».

«Ogni vicenda - conclude Calenda - non viene presa e risolta ma in ogni vicenda quello che si cerca di fare è: "non ti preoccupare, tu avrai la tua quota di potere", "tu avrai la tua possibilità di non fare accadere una cosa". Ecco questo è il Pd. Quale Pd? Tutto? No assolutamente no, abbiamo persone validissime che si sono candidate con noi, questo è il Pd di Bettini, di Mancini, di Astorre e di Orfini. Questo il Pd ha fatto a Roma, purtroppo dopo gestioni invece molto brillanti avute in passato».