lotta serrata tra i cinquestelle

“No alla diarchia nel M5S”. Il terribile incubo di Conte e il messaggio a Grillo: nessuna umiliazione o ambiguità

Il riavvicinamento tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo è reale e l’ex premier ha fiducia per un’intesa a seguito del lavoro dei sette saggi, chiamati ad evitare la scissione del Movimento 5 Stelle. Il Corriere della Sera evidenzia tutti i retroscena sulla trattativa all’interno della galassia a Cinquestelle, specificando che Giuseppi non ha alcuna intenzione di subire un’umiliazione dopo gli ultimi avvenimenti. Ma ora anche Conte è pressato, vista la mano tesa del fondatore: arrivare alla rottura renderebbe quasi impossibile avere l’appoggio per la creazione di un nuovo partito.

 

  

 

Quanto filtra dai fedelissimi dell’”avvocato del popolo” è che non verrà accettato uno stravolgimento dello statuto preparato: i punti fermi dovranno restare gli stessi e sarà possibile effettuare soltanto qualche modifica di minor importanza al testo. Conte è convinto di avere il consenso del M5S e degli italiani e non ha voglia di fare passi indietro o di perdere la faccia: “La diarchia non esiste. I ruoli dovranno essere ben chiari e definiti, senza alcuna ambiguità”.

 

 

In sostanza Grillo dovrà accontentarsi del ruolo di garante del Movimento, senza esserne più l’unico padrone assoluto. Spetterà al capo politico decidere la linea sul piano interno e internazionale. Inoltre non ci dovranno essere ingerenze sulla volontà di sostenere un Governo o meno e sulle alle alleanze elettorali e parlamentari, in particolare quelle che devono portare alla futura elezioni del nuovo presidente della Repubblica. “Voglio piena agibilità politica” il messaggio di Conte a Roberto Fico e Luigi Di Maio, che sono chiamati a dargli le giuste garanzie dopo le bordate di Grillo. E l’incubo di Conte è quello di essere un “leader dimezzato”. A pesare sulla trattativa sono anche i sondaggi: una spaccatura porterebbe Grillo e i suoi a percentuali bassissime, mentre il partito di Conte non riesce a sfondare oltre il 10%. Un’intesa serve a tutti.