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M5s, ecco chi si schiera con Giuseppe Conte e chi non vuole lasciare Beppe Grillo

Domenico Alcamo
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E come di prammatica ogniqualvolta spiri il vento di una scissione, comincia lo schema del “chi sta con chi”. Tra quelli che restano e chi, al contrario, potrebbe preparare la valigia. Dando per assodato che il rimanere significherebbe stare con Beppe Grillo, e il suo Movimento che fa un balzo indietro verso le origini, e il salpare coinciderebbe con lo sposare l’avventura di Conte. Tutto eventualmente, s’intende. Così le redini di nuovo a Grillo potrebbero portare addirittura a dei ritorni. Uno dichiarato, è quello di Nicola Morra, presidente della commissione antimafia e noto per sue posizioni spesso fuori dalle righe, ed espulso dal Movimento dopo la scelta di non votare la fiducia a Draghi. Poi c’è Alessandro Di Battista, che ha fatto sapere di contemplare un rientro ad una condizione, quella ben nota di un uscita del Movimento dalla maggioranza.

Nel caso, potrebbe esserci il ricongiungimento almeno di una parte del gruppo storico delle origini, che in parte fu riunito anche in un mitologico “direttorio” che segnò la fine dell’ “uno vale uno” con tutti i mal di pancia del caso. Tendente verso Grillo è sicuramente Carla Ruocco, che di quella fase (e quell’organismo) faceva parte. Ma la domanda delle domande è cosa faranno Luigi Di Maio e Roberto Fico, che in queste ore hanno acquisito una linea di massimo equilibrio, auspice di una ricucitura. Rumors li danno più in posizione filo-Grillo, anche se questo potrebbe aprire ad una scelta dolorosa per Di Maio, ossia rinunciare al ministero (ma recuperare una leadership) qualora il Movimento si piazzasse all’opposizione. In orbita Garante, comunque è anche il Capogurppo alla Camera Davide Crippa. Stessa scelta potrebbero fare Danilo Toninelli e Vincenzo Spadafora.

Sul versante Conte, invece, dovrebbe sicuramente convergere Vito Crimi, e questa è una certezza dopo le ultimissime prese di posizioni antitetiche rispetto a Grillo.  Potrebbe poi seguire l’ex premier anche una quota considerevole di quei ministri che hanno lavorato nel suo governo (alcuni dei quali hanno proseguito anche nel percorso attuale). Dunque Federico D’Incà e Stefano Patuanelli, senza dimenticare l’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Potrebbero abbracciare l’avventura di Conte anche dei pesi massimi del Movimento 5 Stelle al Senato. A partire dal Capogruppo Ettore Licheri e l’ex Gianluca Perilli.

Poi c’è Paola Taverna, vice presidente del Senato e contiana di ferro, nonostante sia stata adottata dall’immaginario popolare come la metafora della grillina dura e pura. Poi c’è Vittoria Baldino, deputata e molto assidua dei talk. Ha scritto un post molto critico dopo l’attacco di Grillo a Conte che lascia poco spazio a interpretazioni su quale possa essere la sua scelta. Con Conte, poi, dovrebbe schierarsi anche Roberta Lombardi, primissimo capogruppo alla Camera del Movimento nel 2013 ed attualmente assessore alla transizione ecologica della Regione Lazio. Proprio ieri ha imputato a Grillo un “metodo padronale” e minacciato dimissioni dal comitato di garanzia. Il pallottoliere dei nomi e dei volti quindi scorre, in ore dolorose e complicate. 

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