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Chi diventa premier se Draghi va al Quirinale. Lo scenario clamoroso, Cassese svela le mosse del governo

Sono in molti quelli che in Parlamento spingono affinché  Mario Draghi traslochi presto da Palazzo Chigi al Quirinale. È dalla sua nomina a presidente del Consiglio che si parla di un possibile futuro da presidente della Repubblica per l'ex capo della Bce. Ipotesi mai tramontata e che, anzi, ha ripreso vigore dopo l'annuncio di Sergio Mattarella che non avrebbe intenzione di fare il bis. Senza contare che l'elezione di Draghi a capo dello Stato accorcerebbe di fatto la legislatura, come auspicato da alcune forze politiche. 

 

  

Ma quali scenari si aprirebbero se l'attuale premier andasse al Quirinale? A delinearli è Il giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese che, intervenendo a Rai Radio 1,  ammette che può apparire complicato ma “in realtà è abbastanza semplice. Il Cdm si dimette dando una lettera al presidente della Repubblica in carica”. Che non sarebbe Draghi ma Mattarella. “Certo, perché Draghi non avrebbe ancora giurato - dice a Giorgio Lauro e Geppi Cucciari di Un giorno da pecora - . Dopo essersi dimesso dovrebbe comunicare le sue dimissioni al vicepresidente del Cdm. Se questo non c'è il supplente sarebbe il ministro più anziano d'età”.

 

Colpo di scena! E chi è il possibile futuro premier supplente? “Io immagino potrebbe essere il professor Renato Brunetta”. Immagina bene Cassese, perché il ministro di Forza Italia ha 70 anni, tre in meno di Draghi ma comunque più degli altri ministri. Brunetta diventerebbe premier pro tempore? “Si. E a questo punto il presidente pro tempore entrerebbe in carica, prestando giuramento”.

 

Quanti giorni potrebbero passare perché questo avvenga? “In qualche caso i presidenti della Repubblica, per agevolare il passaggio, si dimettono per non far passare troppo tempo tra l'elezione ed il giuramento. Nel momento in cui il presidente della Repubblica avrà giurato, a quel punto, il presidente supplente presenta le sue dimissioni, per una regola di cortesia istituzionale”.

 

Nello scenario delineato da Cassese ci sarebbero due premier dimissionari in pochi giorni. “E a quel punto Draghi farebbe partire le consultazioni per verificare se c'è la maggioranza. E così  abbiamo fatto un buon racconto di fantascienza...” conclude il giudice emerito disegnando scenari ipotetici, ma non troppo.