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Stringete le mani, l'importante è pulirle. Bassetti cambia tutto sul Covid

Giorgia Peretti
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“Diamoci la mano, basta salutarci come pinguini. Se le mani sono igienizzate, non c’è alcun pericolo. Iniziamo a riabituarci alla normalità”. Così Matteo Bassetti apre il suo intervento negli studi de L’aria che tira, il talk di approfondimento condotto da Myrta Merlino tutti i giorni su La 7. La puntata di lunedì 3 maggio, ospita il direttore malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, il quale sembra capovolgere pian piano tutte le norme anti-Covid imposte dai suoi colleghi dall’inizio della pandemia. Un passo verso la normalità e la convivenza con il virus che ormai ha cambiato radicalmente il comportamento delle persone. Bassetti nella sua critica ci va giù pesante: “Siamo profondamente vecchi nel modo di pensare. Qual è il problema di togliersi la mascherina per chi è vaccinato? Ma se due si lavano e igienizzano le mani, non vedo perché non possono darsi la mano. Mi porti un dato scientifico che dimostri che dalla mano si trasmette il contagio, tra due che se la sono lavata. Io a quel punto sono ben contento di non dare la mano. Io sinceramente torno a dare la mano basta vedere la gente che si saluta come dei pinguini. Ci saranno molti più microrganismi sul carrello del supermercato o sul corrimano dei mezzi pubblici, che tra due che hanno le mani ben puliti.” Poi picchia duro: “cerchiamo di evitare di fare la solita ipocrisia italica, anche sulle mascherine per i vaccinati. Una volta vaccinati cosa mi interessa se un vaccinato avrà due linee di febbre, l’importante è che non ci sia l’infezione grave. Mi sembra abbastanza lapalissiano. Ma di questa cosa qui ormai ne parlano tutti meno che gli esperti” – chiosa Bassetti.

 

 

 

Immancabile il riferimento agli assembramenti nelle piazze a Milano per i festeggiamenti dei tifosi interisti. “Ho pensato che sia una follia, che poteva essere prevenuta. Gli stadi dovevano riaprire, io lo dico da mesi, se quelli fossero stati nello stadio col maxischermo non sarebbe successo, è un classico dell’ipocrisia italica. Gli stadi dovevano essere in sicurezza, noi vietiamo di fare cose sicure e permettiamo di farne altre insicure.” – commenta Bassetti.

 

 

 

Poi sulla pericolosità della variante Indiana, l’infettivologo si mostra più cauto dei suoi colleghi nel gridare l’allarme: “Non c’è da stupirsi purtroppo perché nell’india si muore ancora per le malattie infettive che da noi non si muore più. Non vorrei che noi stiamo enfatizzando la variante indiana, il vero problema è il covid in un paese poco organizzato come quello indiano. Stiamo facendo discriminazioni da chi arriva dall’India e ce ne stiamo ampiamente fregando di quello che succede in altri paesi, come il Giappone, dove ci sono varianti più aggressive. Stiamo facendo gli stessi errori dell’anno scorso quando abbiamo bloccato i voli dalla Cina e il virus ce lo avevamo già a casa. Il problema non è sbagliare, il problema è continuare a sbagliare” – conclude durissimo. 

 

 

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