caso migranti

Open Arms, "decisione politica". Il sospetto su Matteo Salvini a processo. Lui: "A testa alta"

"A testa alta". Matteo Salvini incassa il primo rinvio a giudizio nella città di Palermo per il processo denominato Open Arms, a una settimana esatta dal pronunciamento di un'altra procura siciliana, quella di Catania, che invece aveva decretato il non luogo a procedere per il caso della nave Gregoretti. Un risultato atteso, contro il quale nemmeno l'arringa accorata e dettagliata dell'avvocato Bongiorno - di quasi tre ore - è riuscito a ribaltare. Salvini si presenta davanti ai giornalisti e con fierezza ricorda il suo impegno, ieri contro l'immigrazione clandestina come ministro dell'Interno, oggi nel governo Draghi "per aver dissequestrato dal Covid milioni di italiani che potranno tornare a fare sport, andare al ristorante al cinema". Il leader leghista rilancia quindi la vittoria 'politica' che fissa le riaperture al 26 aprile, cavalcando la sua difesa di sempre: "Prima l'Italia. Sempre".

  

Il colpo, comunque, si fa sentire soprattutto dopo la foto in cui il collega del Pd, Enrico Letta, si è fatto immortalare con il fondatore di Open Arms, Òscar Camps, con tanto di felpa. "Io sto curando gli italiani per far ripartire il paese e il lavoro. Non ho tempo di mettermi la felpa di Ong straniere che danneggiano l'Italia", tuona il leader della Lega rinvigorendo la polemica con il Nazareno. Per Salvini comunque quella di oggi è una "decisione politica" più che giudiziaria, per questo - ironizza - "chiederò al mio avvocato di chiamare a testimoniare il dottor Palamara, che sapeva già come sarebbe andata a finire". E infine rilancia un altro cavallo di battaglia: la riforma della giustizia. Insomma per il leghista trattasi di un chiaro disegno nel tentativo di annientarlo, mood che viene rilanciato sui social da militanti del partito, parlamentari e gli stessi alleati di centrodestra.

Una levata di scudi a difesa del segretario che per un giorno fa dissotterrare l'ascia di guerra a Giorgia Meloni. "A Matteo il mio abbraccio sincero. È scioccante che venga mandato a processo chi da ministro dell'Interno ha fatto solo quello che il suo mandato gli imponeva di fare: difendere i confini della Nazione e combattere l'immigrazione clandestina di massa", rincara. "Perchè solo Matteo Salvini è stato rinviato a giudizio per la vicenda Open Arms visto che si è trattato di una decisione condivisa da più ministri del governo Conte 1?", si chiede Antonio Tajani, che ribadisce: "Per noi la legge deve essere uguale per tutti e non soggetta a interpretazioni politiche. Siamo solidali con Matteo Salvini". Non è d'accordo Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato M5S: "Siano chiari due punti: 1. In passato le riforme che hanno preso le mosse da situazioni particolari e personali hanno fatto del male al Paese; 2. Abbiamo in cantiere importanti riforme che si propongono di rendere efficiente e giusto il processo, per evitare che corrotti e i criminali possano godere della fragilita' del sistema, e di riorganizzare il Csm e gli assetti interni della magistratura ma nessuno pensi di riformare i giudici, la loro autonomia e indipendenza a garanzia dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge".