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La svolta sui vaccini? Da Conte a Draghi è cambiato poco. Lo dicono i dati europei

Gaetano Mineo

La campagna di vaccinazione va avanti ma ancora non decolla. Il passaggio di consegne tra l'ex commissario all'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, e il suo successore, Francesco Paolo Figliuolo, a oggi non ha prodotto una vera e propria svolta. Infatti, dopo oltre un mese di gestione del generale, l'Italia è passata in Europa dal 24esimo al 20esimo posto. In cifre, il nostro Paese, lo scorso 18 febbraio, registrava il 3,3 per cento di italiani vaccinati con la prima dose. Percentuale passata al 12,9 il 28 marzo.

 

  

Un incremento che però non segna un'accelerata come l'Ungheria, per dirne una, che nello stesso periodo è passata dal 4,2 per cento di vaccinati al 23,7 per cento. A tutt'oggi, la gestione Figliuolo, non è neanche riuscita a far «marciare» le Regioni con lo stesso passo, in questa campagna vaccinale. E così continuiamo a vedere un divario sempre più ampio tra Regioni virtuose e Regioni meno virtuose. Scenario che ha dato spazio ai cosiddetti «saltafila» o «furbetti» del vaccino o che registra Regioni che hanno già vaccinato tutti gli ultraottantenni e altre che ancora hanno appena iniziato. Insomma, c'è ancora tanto da fare. Un fatto è certo, per dirla con il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco: per sostenere la ripresa economica «lo strumento principale che abbiamo al momento non è né monetario, né fiscale, ma sono le vaccinazioni». 

 

La speranza ora è rivolta al vaccino Johnson & Johnson che dopo l’approvazione e ora anche il via libera dell’Ema e dell’Aifa, sta per arrivare in Italia. Potrebbe essere il vaccino statunitense a dare una vera svolta per la campagna vaccinale in Italia. La diversità principale rispetto agli altri sieri è che ne servirà una sola dose. Johnson & Johnson è atteso in Italia per il prossimo 16 aprile, data a partire dalla quale nel nostro Paese dovrebbero giungere circa 7,3 milioni di dosi nel secondo trimestre e circa 15,9 milioni nel terzo. Intanto, dopo 100 giorni di campagna vaccinale in Italia ci sono quasi 3 milioni e mezzo di immunizzati totali (il 6,8% della popolazione over 16), ma tra gli ultrasettantenni appena l'11% ha ricevuto la prima dose e solo l'1,87% anche il richiamo, secondo il report settimanale del Commissariato all'emergenza. Cifre che danno il senso di un ritardo da recuperare e di una corsa contro il tempo in una fascia d'età (70-79 anni) che conta un quarto delle 400 vittime di media al giorno.

 

La campagna di massa cerca di alzare il livello oltre le 240 mila dosi somministrate in media al giorno, ma dopo il sensibile calo del weekend di Pasqua (87 mila dato provvisorio di domenica) l'obiettivo delle 300 mila iniezioni in 24 ore è ancora da raggiungere e quello delle 500 mila entro fine mese lontano.