il progetto

Funivia Casalotti Boccea, Mario Draghi mette le ali a Virginia Raggi: il progetto pagato dal Governo

Filippo Caleri

Mario Draghi mette le ali alla sindaca Virginia Raggi. Già, uno dei sogni della prima cittadina di Roma, la funivia che collega la fermata della metro A Battistini con Torrevecchia, Casalotti e il Grande raccordo anulare si farà. Non resterà un modellino da presentare in una conferenza stampa. Le radici romane del premier non hanno tradito la sua città. E nelle schede progetto del Piano nazionale di resilienza presentate ieri al Parlamento e che costituiscono la base del Recovery plan da presentare all'Europa figura, in una tabella con i progetti segnalati per sostituire gli spostamenti in auto, la realizzazione dei quattro chilometri di teleferica che dovrebbero decongestionare il quadrante a Ovest della Capitale. Non solo.

Ad aiutare la città arriverà, con ragionevole probabilità, anche una seconda opera infrastrutturale per aumentare la mobilità pubblica: la tramvia di viale Palmiro Togliatti, otto chilometri di rotaia per collegare un quadrante altrettanto congestionato di traffico di veicoli privati. Non resteranno interventi solo sulla carta. Le risorse richieste per una serie di macrointerventi, previsto anche in altri centri urbani come metro e tramvie a Palermo, Firenze e Genova, ammontano a circa due miliardi di euro. E la realizzazione degli stessi è programmata in un arco temporale di cinque anni a partire dal 2021 e fino al 2026.

  

Per la funivia il documento presentato fissa il completamento proprio nell'ultimo anno previsto. Chissà se la Raggi riuscirà a goderla ancora da primo cittadino o da semplice viaggiatore. Roma però le sue cabine sul filo le vedrà in ogni caso. Questo è certo. A meno che, a Bruxelles, qualcuno decida di mettere nel cassetto il sogno di Virginia. Le premesse sembrano positive. La funivia non è l'unico progetto che interesserà la Capitale che troverà i fondi necessari nel Recovery plan. Il quadro di interventi consta anche di un massiccio piano di restauro delle bellezze archeologiche e culturali della città. In particolare i finanziamenti serviranno al recupero della Mura Aureliane, alla città delle Arti Ex Mattatoio, al Parco del Colle Oppio e ai tesori del Campidoglio, Fori Imperiali e del Celio.

Nell'ottica verde che ispira il piano del Recovery non manca anche la richiesta di finanziare il progetto denominato Mitingo di verde. Che prevede fondi per giardini e parchi storici come Villa Borghese e Villa Pamphili, ma anche il recupero di frammenti di giardini e complessi verdi che costituiscono parti preziose del patrimonio cittadino (come l'Ospedale Militare del Celio o le piste di Monte Mario) oltre alle aree verdi che vanno da Roma alla costa laziale. A questo si collega anche il finanziamento della ciclovia Grab e cioè dell'anello ciclabile all'interno della città di Roma che correrà lungo la via Appia e il Tevere per un totale di 44 chilometri. La sua messa in opera potrebbe iniziare già dal 2022. Infine tra le priorità del piano di resilienza c'è la volontà di investire su un altro punto importante dell'identità di Roma come l'industria cinematografica. Arriveranno soldi per Cinecittà. La città del cinema, vedrà la costruzione di studi con nuove tecnologie di produzione digitale. Per questo sarà aumentata la capacità produttiva con sei teatri con annessi e servizi e relativi impianti e viabilità su un'area di 473mila metri quadrati.