democratici a pezzi

Pd, Nicola Zingaretti in tv da Barbara D'Urso per spiegare al partito perché si è dimesso

Francesco Storace

Pare aver trovato nuovo vigore, Nicola Zingaretti. Si fa rincorrere dai suoi nel salotto di Barbara D’Urso per capire che cosa vuol fare. E sicuramente ieri ha costretto tutti i dirigenti del Pd a restare appesi davanti alla televisione per decifrare le intenzioni che ha. Prima il post su Facebook, poi la trasmissione nazionalpopolare su Canale 5.

Pare sincero quando nega di poter fare il sindaco di Roma, “sarebbe la cosa più bella, ma faccio il presidente della regione”. Più criptico sulle dimissioni dalla segreteria del Pd: “La politica deve rinnovarsi”, risponde Zingaretti alla domanda della D’Urso. “Ho voluto dare una scossa al partito, per stare più vicino alle persone e non pensare a se stesso”. Non c’è la domanda successiva: “Chi scuote l’albero non vuole coglierne i frutti?”.

  

Spiega, comunque, qual è stato il meccanismo che ha determinato la sua decisione. I sassolini se li è tolti, perché è rimasto stupito. La sua classe dirigente ha approvato all’unanimità tutti i passaggi su Giuseppe Conte e il suo governo, e poi si è trovato improvvisamente solo. Fischi nelle orecchie di Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e persino Andrea Orlando e Goffredo Bettini (l’unico che ha citato direttamente). “Mi sono ritrovato solo”, il che non è esattamente un complimento. 

“Mi ha dato fastidio che tutti insieme abbiamo voluto il governo Conte, quando quel progetto non è andato in porto mi hanno accusato di Conte o morte. Sono stato accusato ingiustamente di aver difeso una linea scelta insieme. Io amo il pluralismo ma non vuol dire stare zitti nelle riunioni e poi attaccare in pubblico”.

Per dare l’idea di come intenda muoversi, Zingaretti ha molto insistito sulla sua idea di rapporto diretto con la società e le persone. Anche qui stilettate al partito. Il che pone enormi difficoltà a chi intendesse candidarsi alla successione. E ciò perché se lasci andare via chi rimprovera alla sua classe dirigente di aver abbandonato il popolo in sofferenza, sarà ben difficile non farlo rimpiangere. Anche perché dice: “Ho fatto un atto che rivendico ma io non scompaio, ci sarò e combatterò con le mie idee”. E alla conduttrice di Canale 5 ha detto, a proposito della polemica sul tweet con cui si schierò a fianco della D’Urso e per mantenere viva la sua trasmissione: “Tu sei stata messa in mezzo da un modo sbagliato di fare politica. Ho detto una cosa che confermo: questa è una bella trasmissione e molto popolare, qualcuno preferisce i salotti...”.

Dimissioni irrevocabili? Zingaretti ha esitato nel rispondere a Barbara D’Urso. “Non siamo il partito del leader”, dice ma senza troppa convinzione. Il Pd deve essere consapevole che bisogna essere più vicini ai cittadini. “Da me solo passione”. “Il Partito democratico per fortuna non è un partito di un leader. Noi abbiamo tante energie, siamo una grande forza popolare”. Anzi, “io domani andrò a rinnovare la tessera del mio circolo. Noi non siamo uno di quei partiti che scompaiono con il loro leader”. Quindi “non drammatizziamo”. “Per me – ha aggiunto - non c’è nessuna distanza, c’è la pazienza per arrivare alle estreme conseguenze per dire: buttiamoci e aiutiamo il nostro Paese”. Sarà, ma l’idea che ha dato dopo aver partecipato alla trasmissione di ieri sera ha dato un’idea diversa. Se sta fuori, ha armi mediatiche a disposizione.