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Ma quale taglio allo stipendio. Storace smaschera Di Maio: balle sull'indennità

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Nella furia grillina anti-casta, ormai solo a parole, Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio arriva a rinunciare a soldi di cui non ha diritto. A smascherare le "balle" dell'ex capo politico del Movimento 5 Stelle è Francesco Storace.  "Ma chi vuole prendere in giro il ministro Luigi di Maio? Perché si deve vantare di generosità inesistenti? Sarà pure il migliore allievo di Renato Brunetta, il ministro Di Maio, ma certo risulta il maggior contaballe della scolaresca", scrive il vicedirettore de Il Tempo in un articolo su 7Colli. 

"Ieri mattina se ne è uscito con un post su facebook per scatenare l’ammirazione del popolo. E l’ha raccontata grossa. A parte la solita storia della “restituzione” di un pezzo di stipendio – altri lo fanno donando ai rispettivi partiti perché non c’è più finanziamento pubblico – ne ha poi raccontata una che è clamorosa", scrive Storace che spiega: "La seconda riga del post era testuale: 'Rifiuto anche qualsiasi indennità da ministro'. Di Maio può spiegarci quale legge, dal 2012 in avanti – la norma fu approvata col governo Letta – preveda una speciale indennità di un ministro che sia anche parlamentare. Il privilegio valeva fino al 2012, quando si cumulavano gli stipendi di Parlamento e Governo. Poi fu appunto abrogato per i ministri parlamentari, riconoscendo l’indennità di funzione solo a quelli che non erano deputati o senatori".

Incredibile. Perché bisogna dire di “aver rinunciato” a qualcosa a cui non si ha diritto? "Il post così concludeva: Non ci interessano i gossip che spesso escono sui giornali per screditare me e il MoVimento. A noi interessano i fatti e le soluzioni per gli italiani'. A giudicare dai fatti non sembra", scrive il vicedirettore de Il Tempo. Di Maio "si rifugia nel gossip anziché dire la verità E non solo sulla bugia riguardante lo stipendio da ministro. Non è gossip raccontare a quanto ammonta l’enorme staff dell’uomo della Farnesina. E’ praticamente certo che i pentastellati andranno all’abolizione del limite di mandato parlamentare per non essere costretti a cercare un lavoro per pagare il mutuo di casa".

Non è gossip neppure "denunciare una politica delle alleanze che contraddice il fondamento della loro nascita: 'Mai con i partiti'. Si è visto, una volta con gli uni, la volta successiva con gli altri, opposti per giunta - su legge nell'articolo -  Di Maio, ministro fortunato, non si cimenti con i post autoelogiativi. Perché se sputa per aria gli torna in faccia".

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