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Riportano i contagi a scuola, così il governo può rovinare il Natale

Franco Bechis
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Cosa ha provocato la seconda ondata di coronavirus in Italia? I dati dei bollettini di sorveglianza settimanali dell’Istituto superiore di Sanità non lasciano molti dubbi: la riapertura delle scuole italiane che certo non è avvenuta in sicurezza.

Come abbiamo più volte dimostrato su Il Tempo è proprio fra la popolazione scolastica, quella da zero a 19 anni che fra fine agosto e la prima settimana di novembre sono esplosi i contagi. Al 25 agosto in quella fascia di età erano 9.544 i ragazzi contagiati. Al 7 novembre erano diventati 102.419, con una crescita record del 1.073,10%, il doppio di quello che è avvenuto nella fascia di età 20-29 (dove comunque c'erano tutti gli studenti universitari), e cinque volte più di quel che era avvenuto nelle altre fasce di età. Ma la conferma è arrivata dall'ultimo bollettino, che riporta i dati fino al 18 novembre scorso. Il 6 novembre con un dpcm a firma di Giuseppe Conte si sono chiuse in tutta Italia le scuole superiori, e con le istituzioni delle varie zone rosse si è applicata la didattica a distanza anche per le seconde e le terze medie. Da quel momento la classifica dei contagi è radicalmente mutata: la fascia scolastica che era ampiamente in testa alla classifica è scesa al quinto posto: davanti aveva i contagi fra i trentenni, i quarantenni, i cinquantenni e i sessantenni. Fin lì i contagi fra i ragazzi fino a 19 anni erano cresciuti di dieci volte, dalla chiusura in poi sono saliti invece solo del 45,69%, una percentuale venti volte inferiore a prima. E senza quel boom la curva dei contagi che era esponenziale fino al dpcm del 6 novembre, è rallentata per poi addirittura diminuire negli ultimi giorni. È stata dunque la scuola il cuore della tragedia che stiamo di nuovo vivendo e che si aggrava anche per le gravi responsabilità del governo in un altro settore: non è stato fatto nulla per mesi per rafforzare la rete ospedaliera, che oggi è drammaticamente in tilt ovunque. 

Il governo dunque ne aveva fatta una sola giusta: la chiusura delle scuole. E siccome tutto il resto ha sbagliato clamorosamente, sta già pensando di fare marcia indietro. C'è un pressing fortissimo sulla riapertura delle scuole da parte del ministro titolare, Lucia Azzolina, che ha sulle spalle insieme alla collega dei Trasporti, Paola De Micheli, la responsabilità della seconda ondata. E ne fa una questione di bandiera pure uno degli azionisti della maggioranza di governo: Italia viva di Matteo Renzi. Lui premeva per riaprire le scuole a maggio, e all'epoca ci sarebbero stati sicuramente meno danni di quelli che abbiamo visto. Ma riaprirle ora come è stato fatto a settembre è semplicemente da pazzi. Forse peggio: è un atto criminale, in grado di fare passare agli italiani le feste di Natale in fila davanti agli ospedali (dentro non ci sarà più posto), così da chiudere ogni dibattito su cenoni e feste. È esattamente quello che ha scelto di fare Giuseppe Conte, al momento con la resistenza del Pd di Nicola Zingaretti, assai più cauto sulla scelta.

Secondo le indiscrezioni uscite dalle riunioni di maggioranza così la scuola dovrebbe riaprire il 9 dicembre, dopo il ponte dell'Immacolata: una decisione da matti scegliendo pure una data folle per il ritorno in aula: è quella dello sciopero generale del pubblico impiego, personale della scuola compreso. So che è inutile appellarsi al premier Conte per fermare questa decisione scellerata: ascolta solo chi ha potere di farlo restare inchiodato alla poltrona, e non è disposto a ragionare su altro. Ma dopo l'esperienza di settembre, contribuire a rimettere in gioco in questo momento la macchina dei contagi e provocare la strage degli innocenti nella notte di Natale, è scelta da processo di Norimberga davanti a cui portare il premier, i suoi ministri e i leader della maggioranza che li sostiene. Se si vuole testardamente riaprire la scuola, bisogna farlo assolutamente in sicurezza come non è stato fatto a settembre. E non è possibile farlo prima di Natale, perché il governo fin qui non ha fatto nulla per cambiare le regole e preparare questa sicurezza. Invece di mettere nelle sue manovre regalie fiscali scandalose e inopportune come il taglio del cuneo fiscale che era rinviabilissimo ad anni migliori, si sarebbero dovuti stanziare miliardi su due direttrici, le sole che consentono di investire su una scuola in presenza. Subito risorse alle Regioni che insieme ai comuni dovrebbero costruire una rete di trasporti ad hoc destinata alla sola popolazione studentesca, affittando dai privati tutto quello che c'è sul mercato, iniziando dai bus turistici oggi fermi. Stesso sforzo bisognerebbe chiedere a metropolitane e aziende dei trasporti pubblici in modo da separare i tragitti della popolazione scolastica da quelli degli italiani che si recano ogni mattina al lavoro. Naturalmente non sarà possibile tenere la regola dell'80% di capienza dei mezzi di trasporto che ha avuto le sue belle responsabilità nell’accendere la seconda ondata del virus.

Il secondo capitolo di finanziamenti deve essere diretto ai singoli istituti scolastici per raddoppiare la loro capienza e sdoppiare le classi attraverso l'affitto di altri spazi in teatri, cinema, caserme, centri congressi, parrocchie, fiere ed eventualmente scuole paritarie che solitamente hanno ampi spazi vuoti nei loro edifici. Serve tutto questo per riaprire le scuole, ma non essendo stato fatto nulla da quando si è decisa la chiusura, non si può tornare a scuola ora. Si rimbocchino le maniche invece di fare i parolai Conte, Azzolina, De Micheli e compagnia altrimenti anche a gennaio sarà difficile riportare i ragazzi in classe. Ma ora evitino l'inutile strage di Natale. 

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