il concorso si fa

Covid, il prossimo focolaio rischia di scoppiare all'Ergife. La Regione non annulla il concorso

Francesco Storace

La zona gialla non è un premio che dà diritto a fare come ci pare. Ma alla regione Lazio hanno deciso di far rischiare migliaia di persone in pieno Covid, tanto a Nicola Zingaretti nessuno presenta mai il conto. La prossima settimana, giovedì 19 e venerdì 20 novembre, occhio all’hotel Ergife, dove arriveranno oltre quattromila aspiranti psicologi da tutta Italia. Ovviamente se varranno le autocertificazioni anche per chi cerca lavoro.

La follia – resa possibile da una deroga alle norme che vietano concorsi in presenza del Covid, se non per la sanità – riguarda 33 posti per dirigenti psicologi della Asl. Che non sono propriamente collegati alla pandemia, anche perché chissà quando i vincitori saranno assunti. Ma la prova scritta si deve fare assolutamente, così hanno stabilito le menti scientifiche della regione Lazio. Certo, mascherina e distanziamento con tanto di gel, ma ammucchiare mille persone ogni cinque ore – saranno quattro le fasce previste per i quattromila concorrenti – non è la più intelligente delle idee.

  

Tanto più che si dovranno mettere in viaggio anche se immunodepressi o fragili di salute. Con una disparità evidente che riguarda chi è positivo al covid o è in quarantena. Eppure, alla regione pare non fregarne nulla.

Il timore degli aspiranti psicologi è determinato proprio dalla dimensione nazionale del concorso, con molti partecipanti provenienti dalle varie regioni e il conseguente stato di pericolo.

Parliamo di una prova selettiva che si attende da una vita – c’è chi parla di trent’anni addirittura – e tutto rischia di essere sprecato per il Covid. Perché obbligare alla prova in presenza quando si poteva procedere per titoli e colloqui a distanza resta un mistero. Lo si è già fatto per gli anestesisti, ad esempio.

In quaranta hanno messo nero su bianco a varie autorità i rischi che si corrono. Sono stati presentati esposti alla prefettura di Roma, alla Asl Roma 2 (capofila del concorso per quelle di Roma e provincia), alla questura, al sindaco e all’ordine degli psicologi. Senza risposte, per ora.

Anche il governatore Zingaretti e l’assessore Alessio D’Amato sono stati interpellati dai partecipanti al concorso, ma senza esito. Ma il prossimo focolaio pare già segnato proprio all’Ergife, se non si interverrà con sollecitudine. Neppure la Regione, però, dà segni di vita.

Potrebbe essere svegliata dal Codacons, che ha diffidato formalmente la Asl e la Prefettura a sospendere il concorso “allo scopo di garantire la salute dei partecipanti ed evitare il pericolo di nuovi focolai di coronavirus”.

“Indire concorsi pubblici in questo momento delicato per la sanità nazionale è assurdo, oltre che discriminatorio – afferma il presidente Carlo Rienzi – Molti candidati infatti, per paura dei contagi, decidono di non affrontare le prove, pur essendo in possesso di tutti i requisiti. Impossibile poi garantire il rispetto delle distanze minime all’interno della sede di esame, con 1000 candidati per turno tutti insieme nella stessa sala a formare un pericolosissimo assembramento con soggetti provenienti anche da regioni e comuni zona rossa”.