dpcm a pioggia

Altro che Matteo Salvini, Conte ha i pieni poteri e nessuno dice niente

Riccardo Mazzoni

L’ondata di indignazione sui social per i limiti costituzionali violati dall’ultimo Dpcm di Conte può essere letta come un sussulto di consapevolezza sui rischi che corre il Paese per i precedenti liberticidi creati dalla decretazione d’emergenza sul Covid? Non facciamoci illusioni: gli italiani sono ormai adusi a tutto: non hanno forse consegnato la maggioranza relativa del Parlamento ai Cinque Stelle? E alle regionali di settembre, dopo gli errori e i ritardi su cassa integrazione e sussidi alle imprese, c’è stata forse l’attesa spallata al governo? In parte sì, ma troppo flebile perché i trombettieri di regime non la tramutassero in un segnale di stabilità per la maggioranza. E non hanno forse premiato con un plebiscito il governatore che li minacciava con i lanciafiamme?

Per cui non c’è da meravigliarsi se Palazzo Chigi procede imperterrito con i suoi Dpcm, con l’opposizione che protesta ormai solo per forma, e se il giovane ministro comunista Speranza va dall’amico Fazio su Raitre a suggerire agli italiani di fare la spia se in casa di un vicino c’è una cena sospetta. Raccomandazione che non ha trovato poi spazio nel Dpcm varato rigorosamente col favore delle tenebre, con il premier che si è limitato a “consigliare” di indossare le mascherine anche tra le mura domestiche in caso di ricevimenti, che non possono superare però le sei persone. Misure bizzarre, ma che in ogni caso entrano direttamente nelle case dei cittadini creando un precedente molto pericoloso, perché significa che in futuro qualsiasi governo potrà limitare per decreto libertà fondamentali.

  

“Incideremo solo sui pezzi di vita non essenziali", ha rassicurato Speranza, con un tono rassicurante inversamente proporzionale alla gravità di quanto diceva, e non ha quindi torto chi intravede in questo nuovo giro di vite i segnali di un regime, quell'inconfondibile aroma di paranoia, di controllo, di repressione e di delazioni proprio di una dittatura ormai acquisita e tutto sommato accettata. C’è anche chi si spinge oltre, evocando l’Ovra, il Kgb e la Stasi e ricordando che solo ai tempi del nazismo, quando i tedeschi rastrellavano casa per casa, c’era la violazione del domicilio per atto amministrativo, chiedendosi che fine hanno fatto le vestali della Costituzione più bella del mondo. Mentre un autorevolissimo direttore di giornale ha sdrammatizzato: basta tenere la mascherina in casa per evitare controlli.

Dal catastrofico al surreale, insomma. Qualcuno si è chiesto: ma i cingobengalesi, africani, cinesi e filippini che vivono in sovraffollamento dentro gli appartamenti e gozzovigliano tra aglio, cipolla e musica etnica, chi li spia? Per finire a chi l’ha buttata sul comico: “Però il nuovo Dpcm ci salverà dal classico cenone di Natale con i parenti, quindi di che vi lamentate?”. Si ride per non piangere, ma c’è da preoccuparsi, perché il Covid, tra il lockdown dei primi mesi e il semilockdown autunno-inverno della seconda ondata è solo l’ultimo anello di una deriva illiberale in atto già da tempo, nel silenzio quasi generale e in quello assordante del Quirinale.

Ricordate, ad esempio, il ministro Bonafede quando disse che il problema delle correnti nella magistratura si risolve con le segnalazioni anonime, sulla falsariga del blog delle Stelle, sul quale era da tempo online “Segnalazioni”, un nuovo strumento a disposizione degli iscritti, che potevano denunciare chi non rispetta i principi del M5S? Per il Guardasigilli, la delazione doveva diventare dunque, a tutti gli effetti, parte integrante di un ordine dello Stato, con le correnti trasformate in altrettante centrali di spionaggio. Del resto, sono stati proprio i Cinque Stelle, con l’appoggio convinto del Pd, ad approvare il whistleblowing, che ha codificato per legge la delazione nelle amministrazioni pubbliche e nelle aziende private. Con l’aggravante che chi denuncia viene premiato, mentre non è prevista alcuna garanzia per il denunciato.

E c’è stata forse una sollevazione popolare e intellettuale quando questo governo ha introdotto i trojan, strumenti di intercettazione talmente invasivi da spiare anche i dettagli più intimi della nostra vita, ma che possono essere utilizzati senza regole e senza limiti di luogo, tempo e quantità di dati, con l’aggravante della pesca dei reati a strascico? Questa è l’Italia ai tempi del regime rossogiallo. Se si pensa all’allarme atomico lanciato dalla sinistra per i pieni poteri di Salvini viene da ridere. Ma non ci resta che piangere.