De Luca frena: in queste condizioni la scuola non può aprire
Non è poi così scontato che la scuola in Campania riapra le porte a settembre. «Da qui a una, due settimane saremo chiamati a prendere decisioni importanti. Pensate all’apertura dell’anno scolastico: nelle condizioni attuali non è possibile aprire». Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nel corso di un incontro a Salerno sulla legge regionale dello psicologo di base. «Non so quello che saranno in grado di fare nelle prossime due settimane - ha aggiunto De Luca - ma avremo scelte complicate da fare».
L'esternazione di De Luca arriva proprio quando è stato chiesto al Governatore della Campania e al ministro Lucia Azzolina di rinviare l’apertura delle scuole al 24 settembre. A fare da portavoce il presidente dell’ANCI Campania, Carlo Marino, in una lettera indirizzata anche all’assessora regionale all’Istruzione Lucia Fortini. «Come è noto, tuttavia, le problematiche del distanziamento e ancor più della sanificazione, della mancanza di banchi monoposto (i cui tempi sono assolutamente aleatori, come lamenta l’associazione dei Presidi) e dei test sierologici per i docenti e il personale scolastico, rappresentano alcune delle principali incertezze, anche a fronte di linee guida che comprensibilmente, con l’evolvere della situazione-contagi, potranno variare - si legge - II 20 e 21 settembre si svolgeranno, inoltre, le consultazioni regionali e referendarie e molti Comuni della Campania saranno chiamati alle scadenze elettorali amministrative: si tratta di appuntamenti istituzionali a cui abbiamo, come ANCI Campania e come Sindaci di questa regione, sempre sollecitato il massimo della partecipazione popolare, come previsto dalla nostra Costituzione. Consultazioni che, così come ogni anno, si svolgeranno fisicamente prevalentemente nei plessi scolastici».
«Tutto questo rappresenta un fronte critico. Pensiamo non abbia senso interrompere le lezioni dopo meno di una settimana, senza contare il raddoppio delle spese di sanificazione e igienizzazione dei locali scolastici, che graveranno prevalentemente sui bilanci comunali. Da qui la richiesta, che ci arriva dalla quasi totalità dei Sindaci della Regione, di ogni appartenenza politica, di un breve slittamento dell’apertura scolastica a giovedì 24 settembre. Pensiamo che sia un’idea giusta. Un’idea sulla quale c’era già una favorevole condivisione da parte della stessa Regione Campania. Le lezioni, che terminano il 5 giugno, potrebbero essere posticipate fino al 15 giugno 2021. È già successo in passato, a maggior ragione questo breve spostamento è giustificato dalla fase emergenziale. Siamo certi che vorrà prendere in considerazione la proposta, al vaglio anche di altre regioni, e che ha già trovato ampio e trasversale consenso tra i Sindaci di ANCI Campania» conclude.
Sull'argomento si è espresso anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. «Le elezioni sono un asse portante della democrazia, ma sarebbe stato più importante concentrarci tutti sulle esigenze primarie del Paese mettendo da parte gli interessi personali di alcuni. Si rinviassero le elezioni e ci impegniamo tutti a riaprire la scuola», ha detto De Magistris, in disaccordo con la richiesta avanzata da Anci Campania al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca di rinviare l’inizio dell’anno scolastico al 24 settembre. «Noi siamo pronti per partire - assicura de Magistris - nonostante non abbiamo avuto tutte le risorse che ci avevano promesso e non ci diano le direttive chiare su come organizzare il trasporto pubblico. Se vogliono rinviare l’inizio dell’anno scolastico, si assumessero altri la responsabilità, il sindaco di Napoli non si associa». Secondo de Magistris «se hanno fissato le elezioni al 20 settembre, ben sapendo che si sarebbero riaperte le scuole, o sono stati incapaci prima o sono in ritardo adesso, oppure devono far prevalere le elezioni rispetto alla scuola. Il tema non è la data ma la mancanza di serietà, di programmazione e di adeguatezza, e la cosa più triste è che non hanno il coraggio di dire che prevalgono le elezioni perché ci sono interessi politici ben chiari in Campania e altrove. Se non riescono a fare entrambe le cose - conclude il sindaco di Napoli - si dica con chiarezza che è stato fatto un errore clamoroso facendole coincidere e a far questo sono stati il Governo nazionale e i governi regionali, non utilizzassero i sindaci per mascherare la loro incapacità di mettere la scuola al centro».