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Macerata, lo zio di Pamela contro Salvini: "L'hai dimenticata"

Lo zio di Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa e smembrata nel gennaio 2018 a Macerata, va all'attacco del leader della Lega Matteo Salvini. Colpevole, a suo dire, di aver dimenticato il caso della povera diciottenne dopo averne fatto, in passato, un cavallo di battaglie elettorale.

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Ieri sei stato a Macerata - scrive su Facebook Marco Valerio Verni rivolgendosi direttamente all'ex ministro dell'Interno - nella città dove il 30 gennaio 2018 è stata violentata, uccisa, depezzata chirurgicamente, disarticolata, scuoiata, scarnificata, esanguata, asportata di tutti i suoi organi, lavata con la candeggina, messa in due trolley ed abbandonata sul ciglio di una strada, una ragazzina di appena 18 anni.
Questo fatto, compiuto da un nigeriano, irregolarmente presente sul territorio italiano, che ha costituito un unicum nella storia della criminologia mondiale degli ultimi 50 anni, ha scosso l'opinione pubblica, nazionale ed internazionale. Ha disvelato un mondo sommerso che, fino a quel momento era stato evidentemente ignorato,portando all'arresto "collaterale" di decine e decine di persone. Ha permesso di rompere, o comunque di dare un duro colpo, al tabù sulla mafia nigeriana".

"Hai visto le fotografie del corpo martoriato - continua lo zio di Pamela - quando siamo venuti presso gli uffici del Ministero di cui eri titolare. Ebbene, perché ieri, appunto, hai parlato genericamente di "casini" e "sparatorie", finendo così, direttamente o indirettamente, a derubricare quei demoniaci accadimenti quasi al livello di schiamazzi notturni sotto ad un condominio? Perché non hai fatto riecheggiare il nome di Pamela in quella città i cui fatti, volenti o nolenti, rappresentano un qualcosa di indimenticabile nella memoria collettiva, sotto ogni profilo? Remore di dare importanza a dei fatti che, per alcuni, sono decisamente scomodi? Ti ho appoggiato, difeso e, in maniera sempre costruttiva, anche criticato quando, a mio giudizio, stavi sbagliando o esagerando. Ma qui hai toccato una questione umana, che mi riguarda personalmente.
Credo sia lecito, dunque, con molta incredulità ed amarezza, domandarti,da politico che aspira a governare una nazione e, prima ancora, da uomo, ancora una volta:come hai fatto?".