No! No! No!

Pure per i maxiprocessi si affida tutto ad Arcuri

Francesco Storace

Lo stato di emergenza serve per processare Gianfranco Pittelli, l’ex parlamentare di Forza Italia sbattuto in carcere da sette mesi? Il procuratore Gratteri, per il suo maxi processone, ha bisogno dalle parti di Catanzaro di un’aula bunker per circa un migliaio di persone, tra centinaia di imputati, avvocati, cancellieri, poliziotti e ovviamente giornalisti. E il ministero della Giustizia ha dovuto fare ricorso allo stato di emergenza per siglare una convenzione col solito commissario Domenico Arcuri. al fine di recuperare attrezzare una grande struttura, superiore ai tremila metri quadrati. In questo caso l’area ex-Sir di Lametia Terme, di proprietà della regione Calabria e momentaneamente in uso alla Fondazione Terina Onlus. 

Domanda: ma se non ci fosse stato il coronavirus e poi lo stato d’emergenza, forse il processo «Rinascita Scott» non si sarebbe svolto? Non ci sarebbe comunque stata necessità di una grande struttura, da reperire con mezzi ordinari e soprattutto sapendo per tempo quale spesa bisognerà preventivare?

  

Certo, con le prescrizioni imposte dalla prevenzione per il Covid-19 è necessario rispettare le esigenze di distanziamento. Ma sempre mille sono le persone indicate come minima affluenza processuale. Gratteri ha fatto le cose in grande, , potremmo dire. E Arcuri si è messo subito a disposizione, trovando immediata attenzione nella giunta regionale di Jole Santelli.

 

 

Poi, ci vorranno i quattrini necessari. E la convenzione siglata col ministero della giustizia - che dovrà mettere sul tavolo i soldi a piè di lista - elenca gli interventi da effettuare in tempi brevi «date le necessità rappresentate dagli uffici giudiziari procedenti relative alla prossima scadenza dei termini delle misure cautelari adottate nell’ambito del citato procedimento penale». Pure.

Si tratta di opere di viabilità, percorsi di accesso e protezioni passive del sito; demolizioni di ambienti interni per il recupero di spazi funzionali all’aula di udienza con il relativo adeguamento impiantistico; modifica e integrazione degli impianti tecnologici; realizzazione degli impianti di multi-videoconferenza, degli impianti di controllo e sicurezza; la realizzazione dell’arredo completo dell’aula. 

La cosa curiosa che emerge dalla convenzione - firmata il 20 luglio - è che essa «ha durata fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, salvo che lo stesso termine sia prorogato». Cioè, il 20 luglio Arcuri sapeva che Conte avrebbe proposto ottobre al Parlamento. E siccome siamo gli unici ad avere uno stato di emergenza così lungo, che cosa sarebbe accaduto del processo se si fosse invece convinto il premier a chiuderla col mese di luglio, nessuno lo dice. Probabilmente, sarebbero stati sufficienti atti normativi ordinari, quelli per i quali c’è la fatica di indicare prima quanto si deve spendere.

Tutto questo per i 334 indagati iniziali, quelli sottoposti a custodia cautelare (misura modificata e/o revocata per 208 persone che restano comunque indagate). E avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato per oltre 470 indagati. Processo monstre, lo ha definito l’avvocato Bruno Naso.

L’udienza preliminare si dovrebbe celebrare per i 470 indagati, poi alcuni di essi potranno chiedere riti alternativi, quindi ci saranno gli stralci. In pratica, il processo non finirà mai, pare di capire.

In fondo, siamo nelle mani di Arcuri, il commissario che già si è molto impegnato per non farci capire quando i nostri ragazzi andranno a scuola. Ora il problema è anche il processo di Catanzaro, mentre in tanti si chiedono quando potranno dimostrare la loro estraneità ai fatti - a partire proprio da Pittelli - e altri vogliono capire se Gratteri ha fatto centro con la sua maxi maxi maxi inchiesta oppure no. Finora, molti indagati sono stati tirati fuori, dalla galera o dai domiciliari, da altri giudici. Ci mancava Arcuri per complicarci la vita. Arriveranno le celle in plexigas?