burocrazia e potere

Un mattone per capire il 730

Filippo Caleri

Non si capisce se vogliono fare impazzire i commercialisti. Molti dei quali, aprendo il sito dell’agenzia delle Entrate l’8 luglio scorso hanno trovato la circolare che consente di compilare senza fallo la dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, più noto alle cronache come modello 730. E hanno rischiato l’infarto perché la guida completa consiste in un bel tomo di 400 pagine, leggasi quattrocento. Una guida semplice ma quantitativamente spropositata, per rimandi e spiegazioni, rispetto a uno strumento che nasce con l’obiettivo di sgravare il cittadino dalle trappole delle norme fiscali. Talmente semplificata che la stesso modello viene addirittura proposto al contribuente in modalità precompilata. Cioè con una formula che prevede la compilazione da parte delle Entrate la possibilità di accettarla con un semplice click. Un bel passo avanti nella semplificazione. Solo che capita spesso che i dati riportati non siano corretti costringendo gli esperti contabili e sempre più i Centri di assistenza fiscale a cimentarsi con le insidie celate dietro ogni documento presentato dal cittadino. Ed ecco spiegate le 400 e rotte pagine che discettano praticamente su ogni rigo della dichiarazione.

 

  

 

 

«L’obiettivo della guida - spiega la circolare nelle premesse - è quello di offrire, in omaggio ai principi della trasparenza e soprattutto della collaborazione sanciti dallo Statuto dei diritti del contribuente, nell’ottica del potenziamento della tax compliance, a tutti gli operatori uno strumento unitario che garantisca una applicazione uniforme delle norme sul territorio nazionale». Obiettivo meritorio e ispirato ad alti ideali di civiltà giuridica, che si scontra però con la pesantezza del tomo che ogni commercialista sarà costretto a leggere da cima a fondo per capire, se nell’arco di un anno, qualche codicillo introdotto di soppiatto in un qualunque provvedimento abbia modificato il tetto di una qualche detrazione o il limite di deducibilità di qualche altra spesa. Sarà una lettura sicuramente poco gradevole. Il commento di un commercialista interpellato da il Tempo sull’abbondanza di pagine della circolare esplicativa è stato tranchant: «Mi rifiuto di leggere. La mia giornata di 24 ore non basta più». Già forse il problema è proprio questo. Mentre l’amministrazione fa il suo lavoro, scrive circolari, scioglie i dubbi sollevati da interpelli e quesiti, inonda di inchiostro (ora solo telematico) pagine di commenti e spiegazioni, dall’altra parte ci sono milioni di professionisti alle prese con adempimenti spesso doppi e tripli, uffici pubblici in sonno sedati da un largo ricorso allo smart working, che continuano a chiudere dichiarazioni, preparano F24 e litigano con molti clienti che onorano le parcelle con tempi di lumaca. Trovare il tempo per nutrirsi di 400 pagine di regole e norme proprio no. Resta una sola speranza legata alla parole del direttore dell’agenzia delle Entrate, Ruffini, in una recente intervista: «Rimango convinto che un buon punto di partenza per giocare questa partita (battere l’evasione ndr) sia dare ordine e disboscare le leggi esistenti che vanno poi raccolte in testi unici». Ecco, magari con meno pagine possibile. La semplificazione è tutta lì.