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Coronavirus, il ministro Luciana Lamorgese denuncia il sindaco Cateno De Luca: vilipendio della Repubblica

Silvia Sfregola
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In piena emergenza coronavirus il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha denunciato il sindaco di Messina, Cateno De Luca, per vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate (è l'articolo 290 del codice penale). Il motivo? Le dichiarazioni del primo cittadino messinese che, si legge in un comunicato del Viminale, sono ritenute "gravemente offensive e lesive dell'intera istituzione". Istituzione che la ministra Lamorgese rappresenta. "Proprio in una fase emergenziale in cui dovrebbero prevalere il senso della solidarietà e lo spirito di leale collaborazione, le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo, ripetute per giorni davanti ai media da parte del primo cittadino di Messina all'indirizzo del ministero dell'Interno, appaiono inaccettabili", l'atto di accusa. Di qui la denuncia e le inevitabili polemiche. Anche perché De Luca non è stato zitto. Attraverso Facebook, infatti, il sindaco messinese ha risposto alla ministra: "Sono stato denunciato per aver scoperchiato le vergogne dello Stato!", la prima spallata. "Lei continui a fare il suo mestiere, io il mio. Ci vediamo in tribunale", ha poi tuonato. Non una ma più volte: "Tenga conto che se questo è un avvertimento ne prendo atto ma vado avanti. Non mi fermo perché non è pensabile che chi è sopra le nostre teste possa continuare a dileggiare i comuni, i sindaci, le popolazioni. L'altra vergogna di Stato è nel comunicato del 23 marzo nel quale lei ha dichiarato il falso e mi assumo la responsabilità di quello che dico", la zavorra pesantissima. Ma cosa ha detto De Luca? E, più che altro, cosa ha fatto? Non ha voluto che un centinaio di persone, tra cui venti minori, tutti siciliani residenti al Nord, in attesa a Villa San Giovanni, varcasse lo stretto, una situazione "taciuta dal Viminale per dimostrare normalità quando di normale qui non c'è niente". Il sindaco di Messina ha parlato di "depistaggio di stato", di attacchi a lui e al presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, di un "sistema di controllo farlocco". Lo ha fatto usando Facebook, il social più in voga tra i politici, e alzando i toni. Evidentemente troppo per la ministra Lamorgese.

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