regionali

Il Pd salvato dalle Sardine

Pietro De Leo

Alla fine il Pd vince in Emilia Romagna malgrado se stesso. E grazie a tutte le formule politiche che, in un certo senso, l’hanno occultato e messo parecchio sullo sfondo. Tipo la campagna di Stefano Bonaccini, con un appeal "pop", omettendo il simbolo di partito nei manifesti e lontano dal militante tipo post diessino della segreteria zingarettiana. E le Sardine, protagoniste di questa campagna elettorale a sinistra, a risvegliare una mobilitazione sul campo che i partiti ufficiali della sinistra avevano smarrito da tempo. Quanto il loro influsso abbia influito in concreto sulla vittoria di Bonaccini è difficilmente misurabile, stante anche il probabile istinto di autoconservazione di un potere territoriale solido da mezzo secolo, penetrante in tutti i gangli della società. Ma al "se" è facile dare una risposta, e quella risposta è sì. Che costituisce un balsamo ed un problema. Il balsamo è senz’altro l’averla scampata bella, per la sinistra, in una Regione che, se fosse stata perduta, avrebbe significato una botta senza pari. Il problema è nell’entità di questa mobilitazione sardinesca, senza proposta, senza una visione di Paese, di umorale banalità, limitata alla contrapposizione nei confronti del blocco sovranista-conservatore.  Per approfondire leggi anche: L'Emilia Romagna salva Conte e Zingaretti Il post diffuso ieri sera, appena chiuse le urne, assicura la chiusura del sipario sul grande bagno mediatico di questi mesi, dando l’arrivederci per un evento a Scampia. Più in generale, scrivono di voler lavorare «dietro le quinte per preparare un nuovo spettacolo con tutti voi che vorrete continuare a non essere uno spettatore qualunque». Dunque, sembra di capire, fine primo tempo. Iniziato il 14 novembre, quando quattro trentenni organizzarono un sit in sul "Crescentone" di Piazza Maggiore a Bologna, mentre nello stesso giorno Salvini inaugurava la campagna elettorale di Lucia Borgonzoni al Paladozza. L’operazione piazza riuscì oltre le aspettative, e da lì fu l’inizio dell’impennata mediatica e di una costante mobilitazione sul territorio. Spinta, nel caso dell’Emilia Romagna, anche dai gangli del radicamento territoriale della sinistra, come la Cgil, che ad esempio nel caso dell’evento modenese, invitava a partecipare. Senza dimenticare l’entusiastico incoraggiamento dei nomi storici della sinistra, come... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI