la rivoluzione costa

Sardine, tante ma tirchie. Piazze vuote quando chiedono soldi

Filippo Caleri

Saranno anche tante e motivate, pronte a cambiare il mondo e la politica. Ma le Sardine, quando si tratta di mettere mano al portafoglio, per finanziare gli eventi risultano abbastanza tirate, tirchie insomma. Insomma più che sardine, tanto per restare nella terminologia zoologica, si dimostrano un po’ pidocchi (senza offesa ovviamente, e dunque solo per usare un calzante termine gergale) ovvero poco generosi nel finanziare la causa. Accade così che la pagina web di crowfunding (termine anglosassone che ha sostituito quello nostrano di colletta) messa in rete dal leader dei pesci azzurri, Mattia Santori, e compagni, intitolata «Bentornati in mare aperto» non brilli quanto a generosità e numerosità dei sostenitori. Distratti forse dal panettone, o da qualche coppa di champagne insieme all’immancabile vasetto di caviale, le giovani sardine che hanno raccolto l’invito per finanziare una giornata di celebrazione del movimento, il 19 gennaio a Bologna, non sono state così copiose, come nei branchi di pesciolini ai quali si ispirano. O meglio, il risultato minimo di raccolta richiesto (50mila euro) è stato raggiunto, anzi superato, e ieri pomeriggio i fondi raccolti erano a quota 65.029 euro. Ma il numero dei contributori reali si è rivelato risibile se confrontato con le moltitudini scese nelle piazze italiane, salutate dai media come il volto pulito della società italiana. Pulito sicuramente, ma anche nelle tasche. Solo in 2.779 hanno, infatti, versato una somma per la causa. In media e sulla base dei risultati registrati fino a ieri sera il bonifico è stato di 23 euro a testa... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI