giustizia

Bonafede difende la prescrizione. Blocco in vigore dal 1° gennaio

Carlo Antini

Le intercettazioni sì, la prescrizione no. Il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi sulla giustizia segna due risultati differenti: il primo a favore del Pd, con la conservazione della legge Orlando, sebbene modificata in alcune parti, e l’altro un successo del Guardasigilli, Alfonso Bonafede, sulla riforma che entrerà in vigore dal 1° gennaio e su cui è stato trovato come punto di caduta quello di aver segnato in rosso sul calendario la data del 7 gennaio come inizio del lavoro sulla giusta durata del processo. Dunque, non ce l’ha fatta il Partito democratico a smuovere il M5S dalle proprie posizioni, nonostante i dem fossero già pronti a presentare un disegno di legge per bloccare la prescrizione. Posizione archiviata nelle oltre tre ore di confronto della coalizione di governo.  Per approfondire leggi anche: BONAFEDE, GLI AVVOCATI SCRIVONO A PALAZZO CHIGI  Dove i democratici segnano un gol è sul rinvio dell’entrata in vigore della norma sulle intercettazioni, che sarà rinviata al 1 marzo con il decreto Milleproroghe in discussione nel Cdm di sabato. Un lasso di tempo utile per inserire nel testo le modifiche decise a Palazzo Chigi. «Partendo dall’impianto della norma Orlando, viene corretta nelle parti che in passato ci hanno visto molto lontani nelle posizioni», spiega il ministro della Giustizia. Innanzitutto «quella che dava una delega alla polizia giudiziaria sulla possibilità di selezionare le intercettazioni più rilevanti e non rilevanti, invece - prosegue - nel nuovo impianto, su cui c’è un accordo di massima che va ancora messo nero su bianco e poi valutato da tutti, il pubblico ministero torna ad avere la supervisione su tutta la parte di scelta e selezione delle intercettazioni». E ancora, tra le modifiche apportate c’è quella relativa alla possibilità, per l’avvocato difensore, di avere copia delle intercettazioni che saranno considerate rilevanti. «Quelle non irrilevanti - aggiunge Bonafede - le potrà ascoltare e se c’è una divergenza sulla rilevanza il pm e il difensore andranno dal giudice, che farà una valutazione». Politicamente, il responsabile di via Arenula evita accuratamente di intestarsi successi a scapito degli alleati. Così si limita a dire che nel vertice «c’è stato davvero un bel lavoro, di cui sono molto soddisfatto» perché «è stato trovato un approccio pragmatico, non ideologico e con questo siamo arrivati a una soluzione che dal punto di vista mio e della maggioranza, si bilanciano perfettamente tutti gli interessi in gioco». Una bugia bianca per carità di patria.