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Tregua nel governo, Conte rinvia il cdm a dopo le elezioni

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I decreti Sicurezza bis e Famiglia slittano a dopo il voto

Davide Di Santo
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Rinvio a dopo il voto europeo dei due decreti Sicurezza bis e Famiglia. Lo slittamento dei provvedimenti - cari, il primo, a Matteo Salvini e, il secondo, a Luigi Di Maio - è stato deciso nel pomeriggio, nel corso di due telefonate tra il presidente del Consiglio e i suoi due vice premier. "Salvini non ha opposto resistenza alla proposta di Conte improntata al buonsenso e alla ragionevolezza", riferiscono fonti di Palazzo Chigi. "L'importante è stato che si chiarisse, come il presidente ha fatto in conferenza stampa, che tutto il governo condivide gli obiettivi contenuti nei due provvedimenti", si prosegue. "È ragionevole che si attenda qualche altro giorno per limare gli ultimi dettagli". Il problema riguardava soprattutto il decreto Sicurezza bis sul quale, da giorni, andava avanti il pressing del leader leghista, mentre Di Maio era sembrato più prudente sui tempi di approvazione del decreto che istituirà il Fondo Famiglia. Dopo l'annuncio del rinvio, fatto da Conte, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro dell'Interno non ha sollevato particolari polemiche, segno che comunque lo slittamento era concordato, anche se ha tenuto a precisare che il decreto "è pronto". "Alcune criticità che sono state segnalate nelle ultime ore sono superate nel testo che è pronto ed è a prova di costituzione, dell'Onu, e dei tribunali e anche di Fabio Fazio - ha detto Salvini - Poi se per motivi non tecnici, ma di altra natura, qualcuno preferisce che il decreto venga approvato la prossima settimana non è che mi do fuoco, ho fatto il mio lavoro, sono contento e lo approveremo la settimana prossima". "Conte resta una figura di garanzia", si è poi spinto il vice premier della Lega. Anche Conte, in conferenza stampa, ha confermato che a suo giudizio sono state "superate le criticità" sul decreto sicurezza bis. Con i vice premier, ha però aggiunto, abbiamo concordato che sarebbe stato "complicato" tenere un Consiglio dei ministri "oggi o domani" ma "il primo giorno utile della prossima settimana", quindi 'digerito' il voto di domenica. In ogni modo, quello che si percepiva già stamattina e nel pomeriggio è che tutto sarebbe stato rinviato a quando saranno più chiari i rapporti di forza tra i due alleati. La decisione sui due decreti è stata presa dopo il pranzo di circa un'ora a 20 tra Conte e Sergio Mattarella, che si è tenuto oggi. Si è trattato di un incontro cordiale, dopo che nei giorni scorsi il premier aveva riferito di alcune criticita' emerse dal confronto con il Colle sui decreti. Il presidente del Consiglio non avrebbe portato dei testi nuovi dei provvedimenti al colloquio che, pero', riferiscono fonti della presidenza, sarebbe stato improntato alla cordialità. Conte e Mattarella avrebbero discusso di diversi provvedimenti, visto che il presidente della Repubblica ci tiene a far emergere che non spetta a lui leggere gli articolati in via di definizione: lui firma i provvedimenti quando gli arrivano sulla scrivania. Nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, Conte ha tenuto a puntualizzare il ruolo di Mattarella. "E' emersa la notizia che anche il Quirinale aveva segnalato alcune criticiyà" sui decreti. "Qui occorre un chiarimento - ha scandito - è prassi consolidata che l'interlocuzione con gli uffici de Quirinale quando vi siano decreti legge abbia luogo, in via de tutto informale, anche prima dell'approvazione dei testi in Consiglio dei ministri, in previsione dell'emanazione che e' una funzione che spetta al presidente della Repubblica". "Attribuire tuttavia al presidente della Repubblica l'intento di una censura preventiva o di un sindacato politico significa fargli torto in astratto ma anche in concreto perché il presidente non ha svolto e non intende svolgere questo ruolo - ha tenuto a sottolineare -. Oggi sono stato al Quirinale per un incontro con il presidente Mattarella per un confronto su vari temi ed e' stata anche un'occasione per un aggiornamento sui due provvedimenti".

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