crisi già in atto

Il governo rischia grosso: volano gli stracci, è rissa su tutto

Silvia Sfregola

Mentre slitta alle 19 il Consiglio dei ministri previsto a Palazzo Chigi all’ordine del giorno non figura più il dl crescita, approvato salvo intese il 4 aprile scorso. A poche ore dalla riunione dei ministri, il clima tra i due alleati di governo è di fuoco. Diversi i temi terreno di scontro, a partire da una delle misure più controverse, il cosiddetto Salva Roma "sponsorizzato" dal M5S per rinegoziare il debito della Capitale. I leghisti ribadiscono che non voteranno la norma sul debito storico della capitale e I 5 Stelle accusano: "Vogliono solo coprire il caso Siri". In primo piano dunque c'è il "salva-Roma" che ha spaccato il governo gialloverde. E il cdm di stasera sembrerebbe una sorta di resa dei conti tra i due soci di maggioranza dopo le polemiche sul caso Siri, partita rimasta ancora aperta. I Cinque stelle, infatti, non mollano e chiedono le dimissioni del sottosegretario alle Infrastrutture, ma sono disposti ad aprire sul salvataggio di tutti i Comuni. Il pressing grillino sul sottosegretario leghista continua: il MoVimento oggi è tornato a chiederne le dimissioni a gran voce, rivolgendo quattro domande al Carroccio per spiegare una situazione rispetto alla quale il Movimento chiede «si faccia chiarezza». Così sul blog sono apparsi i quesiti: «Quali sono i reali rapporti tra Siri, la Lega e Paolo Arata (l’ex parlamentare di Forza Italia, adesso responsabile del programma della Lega per l’ambiente che, secondo l’accusa, sarebbe vicino a Vito Nicastri, imprenditore indicato dai magistrati come ’finanziatorè della latitanza del boss Matteo Messina Denaro)?». È la prima delle quattro domande poste dal Movimento 5 Stelle al sottosegretario leghista, Armando Siri, indagato per corruzione, il cui caso è al centro di uno scontro in maggioranza tra pentastellati e Carroccio. «Perché Siri ha presentato più volte delle proposte, sempre bloccate e rispedite al mittente dal Movimento 5 Stelle, per incentivare l’eolico (materie oggetto di interesse proprio di Paolo Arata)? Per quale fine?», è il secondo quesito. E ancora, chiedono i Cinquestelle, «perché Siri si è contraddetto, cambiando versione più volte (quando è uscita la notizia dell’indagine per corruzione ha detto: ’Non mi sono mai occupato di eolico in vita mià. Poi ha ammesso di aver presentato una proposta di modifica alla legge sugli incentivi: ’Me l’ha chiesto una filiera di piccoli produttorì. Infine, al Corriere, ha dichiarato: Arata mi ha fatto una testa così e gli ho detto va bene, mandamelo)?». L’ultimo interrogativo riguarda il figlio di Arata: «È stato assunto da Giorgetti presso il Dipartimento programmazione economica. Giorgetti sapeva che era figlio di Arata e dei rapporti del padre con Nicastri?». Il più grande capitale dei cittadini italiani è la reale volontà di cambiamento delle forze al governo. Dare una risposta a queste domande significa dire ai cittadini che in Italia le cose sono cambiate davvero. Il cambiamento non ammette sconti, o scorciatoie. Prima di tutto con se stessi, come il Movimento 5 Stelle ha sempre dimostrato. Andiamo avanti a lavorare, c’è tanto da fare, ma con serietà». Si conclude il lungo post del M5S per porre quattro quesiti alla Lega sul caso che coinvolge il sottosegretario al Mit, Armando Siri.