impallinata

Povera Maria Elena. Ormai inciampa pure sullo Stato sociale

Carlantonio Solimene

Una «Re Mida» al contrario. Sono lontani i tempi in cui Maria Elena Boschi aveva tutta l’Italia ai suoi piedi. Bella, ma soprattutto brava, si candidava a essere la madrina del nuovo ordine costituzionale e in futuro, chissà, la prima donna a Palazzo Chigi. Ora l’ex ministro delle Riforme riesce invece a rovinare tutto ciò che tocca. Una sorta di maledizione infinita che la vede perennemente nel mirino di avversari politici, e non solo, per le troppe incoerenze seminate nella sua ancora breve vicenda pubblica. Basterebbe prendere il caso delle banche, con la Boschi ad attaccare il MoVimento 5 Stelle per aver salvato Carige senza immaginare che proprio lei - Maria Etruria - avrebbe fatto meglio a tenersi fuori dalle polemiche. Un po’ come, qualche anno fa, avrebbe fatto meglio a evitare di occuparsi dell’istituto che vedeva il padre tra i massimi dirigenti. Non contenta, la fedelissima renziana ieri ci ha riprovato. Ed è partita all’attacco del decretone appena approvato dal governo. E in particolare del reddito di cittadinanza. Così su Twitter ha provato a fare sfoggio di ironia: «Dice Di Maio che col reddito di cittadinanza da oggi cambia lo Stato Sociale. La colonna sonora infatti diventa "Una vita in vacanza"». Che sarebbe il titolo della canzone sanremese che ha fatto conoscere al grande pubblico proprio gli Stato Sociale. Peccato che la band bolognese, che non ha mai fatto mistero delle sue simpatie sinistre, non abbia gradito l’accostamento. E, nel rispondere alla Boschi, non è stata affatto tenera: «Noi preferiamo la piena automazione o un reddito di cittadinanza vero, non l’ennesimo sussidio di disoccupazione. Venite a cena con noi invece che con i leghisti per parlare di cose realmente di sinistra». Il riferimento è alla cena (seimila euro di costo a tavolo)