nelle tasche degli italiani

Quota 100 taglia le pensioni fino al 30%

Carlo Antini

Chi usufruisse della cosiddetta Quota 100 per andare in pensione, potrebbe vedersi consegnare un assegno ridotto dal 5% (in caso di anticipo solo di un anno) a oltre il 30% (se l’anticipo supera i 4 anni). L’avvertimento arriva dall’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb), organo indipendente che passa al vaglio numeri e progetti economici del governo. Nei giorni scorsi, l’Inps aveva lanciato un monito simile: il suo presidente Tito Boeri aveva parlato di una perdita sull’assegno che potrebbe arrivare sino a 500 euro. Ovviamente, però, le cifre variano da persona a persona, in base allo stipendio e al percorso professionale: bisogna quindi analizzare con attenzione la propria situazione. E per farlo, nella maggior parte dei casi, è bene rivolgersi proprio all’Inps. L’Ufficio per il Bilancio, comunque, sottolinea che un semplice confronto del valore nominale della propria pensione non tiene conto del fatto che Quota 100 permette di passare più anni senza lavorare e percependo un assegno mensile forse ridotto, ma in ogni caso garantito mentre ci si gode il tempo libero. I tecnici dell’Upb hanno quindi preso i parametri dell’aspettativa di vita attuale, «spalmando» l’intera erogazione pensionistica su questo arco di tempo stimato. Si ottengono così penalizzazioni più contenute: si va da meno di un punto percentuale fino ad un massimo di 8% di perdita, in caso di anticipo di oltre 4 anni. Si stima che gli aventi diritto alla Quota 100 sono: 220mila dipendenti privati, 156mila dipendenti pubblici e circa 60mila autonomi. Se tutti quanti aderissero al pensionamento anticipato, la spesa pubblica sforerebbe i 13 miliardi, cioé circa il doppio di quanto stanziato in manovra. Giuseppe Pisauro, presidente dell’Upb, ha però detto che le stesse stime del Governo partono dall’idea che solo metà circa degli aventi diritto (che sono 437mila in totale) farà richiesta per andare in pensione prima. Questa spesa di 13 miliardi di euro, «incrementata per i probabili effetti amministrativi che si determineranno tra il primo e il secondo anno per effetto dell’entrata a regime dell’anticipo pensionistico, rimarrebbe sostanzialmente stabile negli anni successivi solo se si ipotizzano per il requisito anagrafico della Quota 100 gli stessi adeguamenti automatici alla speranza di vita previsti dal sistema vigente», spiegano i tecnici dell’Ufficio parlamentare di bilancio.