il crollo del ponte a genova

Di Maio contro Autostrade: "Niente elemosina"

Silvia Sfregola

Quindici giorni. Questo è il tempo che il governo ha concesso ad Autostrade per l'Italia per "una dettagliata relazione nella quale sia fornita chiara evidenza di tutti gli adempimenti posti in essere per assicurare la funzionalità dell'infrastruttura". Inizia così, con una lettera inviata dal ministero delle Infrastrutture, quella che si profila come una lunga battaglia legale e burocratica tra il governo e la concessionaria Aspi. Nel documento l'esecutivo inchioda la società alle sue responsabilità, nonostante in una gelida conferenza stampa i vertici non riconoscano le proprie colpe e aspettino gli esiti della magistratura. Nel testo si punta il dito sugli "obblighi di manutenzione (ordinaria e straordinaria) e custodia" ritenendo questi ultimi indispensabili per "evitare il collasso della infrastruttura". Ora si attende la controdeduzione di Autostrade, dopodiché l'esecutico si "riserva di esperire tutte le iniziative di tutela apprestate dall'ordinamento giuridico" e come già ampiamente annunciato la revoca della concessione. Intanto in un consiglio dei ministri straordinario e allargato tenuto in prefettura a Genova, il governo stanzia altri 28 milioni per l'emergenza che si vanno ad aggiungere ai cinque già assegnati. E nel giorno del dolore, dopo i funerali delle vittime che oggi sono salite a 43, non bastano a placare gli animi le parole dei vertici di Autostrade che pur esprimendo "una profonda tristezza nel cuore" non ha certo fatto un mea culpa annunciando però lo stanziamento di mezzo miliardo e la ricostruzione del ponte "in otto mesi". Gelida la reazione del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico che ha detto di "non volere elemosine" da Autostrade e ha garantito che "non ci sarà alcun baratto" perché "l'unica strada che il Governo seguirà è quella di andare avanti con la procedura di revoca" e soprattutto che "le loro scuse servono a poco e non vi è modo di alleviare le sofferenze di una città distrutta dal dolore". Gli fa eco Matteo Salvini secondo il quale "le scuse servono poco" e che i fondi annunciati "sono solo il minimo sindacale".