FESTA DELLA REPUBBLICA

Parata del 2 giugno, show di Conte. E Salvini non applaude la bandiera della UE

Dario Martini

Coesione: è la parola chiave di questa Festa della Repubblica, caduta giusto al termine di una delle crisi politiche ed istituzionali più complicate della storia recente del Paese. Alla "coesione" si richiama il capo dello Stato nel suo messaggio di auguri alla Nazione: la parata che ha visto sfilare corpi armati e non armati ha restituito, per Mattarella, "l’immagine di un Paese coeso e affidabile, capace di assumere responsabilità nella comunità internazionale". Per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il 2 Giugno «è la festa di tutti noi», di tutti gli italiani. Espressione particolarmente significativa al termine di una settimana in cui avevano dominato parole come "impeachment" e "tradimento", prima della soluzione politica alla crisi. Di "coesione" ha parlato anche Luigi Di Maio arrivando ai Fori Imperiali, ma attribuendo il merito di questo "lavoro di ricucitura del tessuto sociale" a Lega e Movimento 5 Stelle. Il primo, ha spiegato il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, è stato il partito di gran lunga più votato al Nord e in grado di affermarsi in alcune regioni al Sud. Discorso inverso per i pentastellati che hanno fatto en plein nel Meridione e hanno ottenuto buoni risultati anche al nord. "Se non abbiamo unito l’Italia dal punto di vista geografico, sicuramente lo abbiamo fatto dal punto di vista delle istanze sociali". Matteo Salvini, interpellato dai cronisti, si è detto subito emozionato per essersi ritrovato a festeggiare la ricorrenza da ministro. Anche se il "mood" manifestato non rispecchiava esattamente quello espresso a parole: "Si aspettava di ritrovarsi a festeggiare da ministro? È emozionato?", chiede la cronista. "No alla prima, sì alla seconda", risponde. Poi, il neo ministro dell’Interno ha subito dettato i tempi del suo intervento: rivedere gli accordi internazionali per i rimpatri, al fine di migliorarli, è il primo punto della sua agenda. A distanza in tribuna d’onore, l’uno all’estrema destra di Mattarella, l’altro (Salvini) all’estrema sinistra, i due leader non si sono praticamente scambiati una parola. Il capo politico del M5s, in realtà, si è a lungo intrattenuto con il vicepresidente Pd della Camera, Ettore Rosato, che gli sedeva accanto e con il quale ha scambiato battute e risate. Ma è con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che Di Maio si è lasciato andare alle risate, fino a doversi coprire il viso per non divenire bersaglio di macchine fotografiche e telecamere. Salvini, dal canto suo, è stato a lungo impegnato con lo smartphone, senza dimenticare di applaudire i reparti che sfilavano. Unica eccezione quando hanno sfilato i militari di diversi Paesi sotto la bandiera europea. Al suo passaggio Luigi Di Maio ha applaudito, Matteo Salvini no. Ma la star della giornata è stata senz’altro Giuseppe Conte: il presidente del Consiglio è stato letteralmente assediato dalla folla prima della sua discesa dal palco. E, per non scontentare nessuno, ha improvvisato dei brevi comizi a più riprese. "È sbagliato rappresentare l’Italia come un paese di corrotti", ha ribattuto con una certa severità a chi gli gridava di cacciare il malaffare dalla cosa pubblica. "Esistono episodi di corruzione come ce ne sono in altri Paesi". Ciò che suona anche come un monito nei confronti di chi, all’estero, si è soffermato nei giorni della crisi politica sui vizi italiani. In ogni caso, "tenete duro, teniamo duro", ha poi aggiunto Conte alzando un pugno in segno di incoraggiamento. Parole che hanno galvanizzato anche i più "timidi" tra i presenti, fino a produrre un muro umano davanti alla scaletta dalla quale il premier avrebbe dovuto discendere. Il servizio d’ordine ha cercato, quindi, un’alternativa, chiedendo al presidente del Consiglio di non cedere alle richieste di selfie, strette di mano e richieste di interventi su questo o quell’aspetto della società. "Presidente, per favore salga in macchina", gli appelli a più riprese degli uomini della sicurezza che, nel frattempo, avevano predisposto un cordone per permettere a Conte di lasciare la piazza. Niente da fare: trovatosi di fronte un bambino di circa sei anni, Conte lo ha issato sul palco d’onore permettendo ai genitori di scattare una foto.