IL QUIRINALE BACCHETTA SALVINI E DI MAIO

L'irritazione di Mattarella: nessun diktat sui ministri

Dario Martini

Nella procedura che sta portando alla formazione del governo, non c’è un problema di veti sulle nomine dei ministri, ma in realtà la questione da superare sono i diktat posti dai partiti della futura maggioranza nei confronti del Presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio incaricato. Così al Quirinale rispondono a chi chiede se ci siano veti posti dal Capo dello Stato rispetto a candidature che sono state avanzate rispetto alla titolarità di alcuni dicasteri. Secondo quanto riferito, "il vero tema infatti è l’inammissibilità di aut aut che vengono avanzati nei confronti dello stesso Capo dello Stato e del premier incaricato. Ancora una volta occorre infatti ricordare che in base all’art. 92 della Costituzione è il presidente della Repubblica che nomina i ministri su proposta del presidente del Consiglio. Quindi non si tratta di mettere veti rispetto a proposte avanzate da chi non è titolato, ma di esercitare semplicemente in piena autonomia una propria prerogativa". L'irritazione del Quirinale probabilmente è dovuta a quanto espresso da Salvini e Di Maio, che hanno blindato il nome di Paolo Savona, indicato più volte come figura ideale a ricoprire il ruolo di ministro dell'Economia. Ma non è detto che gli attriti tra il Colle e i partiti siano dovuti solo al futuro titolare del Tesoro. Il presidente della Repubblica, infatti, ha voce in capitolo sulla nomina di tutti i ministri che vengono solo proposti dal presidente del Consiglio incaricato.