il dopo-renzi

Zingaretti pronto a correre alle primarie Pd

Silvia Sfregola

Un congresso del Pd con tema "l'articolo 3 della Costituzione, l'uguaglianza" che sia "aperto e unitario" dove "io ci sarò, anche alle primarie non escludo nulla". Così Nicola Zingaretti, rieletto governatore del Lazio, in un'intervista a Repubblica. Merito "anche di un progetto politico che nel Lazio ha unito tutta la sinistra. Abbiamo fatto l'accordo con Liberi e Uguali, avevamo con noi i sindaci, le liste civiche e, soprattutto, i giovani. È un modello che rilancia lo spirito dell'Ulivo. Ed è il modello che vorrei proporre a livello nazionale". Non "quell'Ulivo, che è il passato, ma la sua ambizione sì, lo spirito innovativo, la voglia di stare insieme e di vincere: la parola rifondazione è un altro déjà vu. La mia parola è rigenerazione - dice Zingaretti - non solo del Pd, ma di tutta la sinistra. E senza accordi calati dall'alto, ma aprendo un grande confronto, vero e forte". Poi insiste: "Dobbiamo stare all’opposizione. Non siamo stati noi a deciderlo, ma gli elettori. Chi ha vinto provi a governare. Mi pare che i 5 stelle, in quella che io chiamo la loro istituzionalizzazione, abbiano capito che il vaffa non è un buon metodo di governo: hanno cavalcato la rabbia, vedremo se sanno anche governarla. La destra pensa invece che la rabbia abbia bisogno di un colpevole da punire: il nero, l’immigrato, il diverso. Noi dobbiamo stare all’opposizione per elaborare una proposta rigenerante che torni ad offrire un orizzonte alla rabbia, la trasformi in progetto politico, in una nuova speranza". Su Camera e Senato "si dovrebbero tenere lontane queste nomine dalla trattativa per il governo, evitare accordi sotto banco. Io ho già il mio da fare per la presidenza del Consiglio regionale".