CONSIGLIO DEI MINISTRI

Intercettazioni, ok del governo alla riforma. Orlando: "Basta pubblicare pettegolezzi"

Dario Martini

Maggiore equilibrio fra rispetto delle esigenze investigative, tutela della privacy e diritto all’informazione: il Governo attua la delega di cui alla legge 103/2017 e vara definitivamente la riforma delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni con l’obiettivo di contemperarne l’importanza strategica a interessi tutelati dalla Costituzione. Entrerà in vigore dopo sei mesi dalla pubblicazione. La parte che sancisce il diritto dei giornalisti ad avere copia dell'ordinanza di custodia cautelare, una volta resa nota alle parti, sarà invece efficace tra un anno. Il decreto legislativo approvato oggi dal Consiglio dei Ministri rivede le disposizioni in materia confermando il ruolo delle intercettazioni come fondamentale strumento di indagine, ma al tempo stesso disciplinando con precisione il procedimento e le responsabilità della selezione delle comunicazioni intercettate, in modo da impedire l’indebita divulgazione di fatti e riferimenti a persone estranee all’oggetto dell’attività investigativa. Il provvedimento introduce nel codice penale il delitto di "diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente" (con esclusione di quelle realizzate per esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca) e dispone il divieto di trascrizione, anche sommaria, delle comunicazioni o conversazioni ritenute irrilevanti per le indagini. Viene rivista la disciplina del deposito degli atti, secondo una procedura in due fasi: al deposito delle conversazioni e delle comunicazioni, segue l’acquisizione soltanto di quelle rilevanti e utilizzabili, con il conseguente stralcio e custodia nell’archivio riservato di quelle irrilevanti e inutilizzabili. Il pubblico ministero, al quale è rimessa la valutazione delle esigenze investigative, diviene il custode dell’archivio riservato e garantisce sulla riservatezza della documentazione, così da escludere, fin dalla conclusione delle indagini, ogni riferimento a persone e fatti estranei alla vicenda oggetto di attività investigativa. Nella riforma viene infine rivisto l’uso dei captatori informatici nei dispositivi elettronici portatili (i cosiddetti trojan horse), si semplifica l’utilizzo di intercettazioni nei procedimenti per i più gravi reati dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione e viene rafforzata la tutela della riservatezza nelle comunicazioni tra avvocato difensore e assistito. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, interpellato dopo il CdM, ha spiegato che "la possibilità di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare è stata inserita nel decreto anche se è differita di qualche mese rispetto all’entrata in vigore del provvedimento per un semplice motivo: al governo in carica competerà verificare se ci sarà effettivamente un’evoluzione delle ordinanze. Noi pensiamo a delle ordinanze che non siano più il copia-incolla di oggi, come spesso avviene. Se questo avverrà mi sembra ragionevole che si possa arrivare alla loro pubblicazione". Orlando ha poi aggiunto: "Abbiamo, credo, un Paese che utilizza le intercettazioni per contrastare la criminalità e non per alimentare pettegolezzi o distruggere la reputazione di persone che non sono sottoposte a procedimenti penali".