COMMISSIONE D'INCHIESTA

Padoan: mai autorizzato colloqui dei ministri su Banca Etruria

Daniele Di Mario

L’azione della vigilanza bancaria, soprattutto nel caso degli istituti veneti, è stata insufficiente. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan vuota il sacco, ed in audizione presso la Commissione banche non lesina colpi, alla vigilanza di Bankitalia e persino allo stesso governo. In primis Via Nazionale,  accusata dal titolare del Med di aver controllato poco e male, almeno per quanto riguarda il crollo di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Nella gestione delle crisi delle banche italiane, sentenzia Padoan, “ci sono casi sotto gli occhi tutti, per esempio nelle banche venete dove i fenomeni non sono spiegabili solo con gravità della crisi e il cambiamento delle regole”. Ma dopo aver difeso il proprio operato, sia sulle quattro popolari – Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara – che su Mps (“sarà un affare per lo Stato, con i Monti Bond abbiamo già guadagnato un miliardo”), Padoan non rinuncia a mettere in chiaro la sua linea di condotta sul caso Boschi, accusata di aver fatto incontri e pressioni per salvare l’istituto Toscano, di cui il padre era membro del cda e vicepresidente. “Io ho appreso di questi specifici incontri dalla stampa”, dice, rispondendo alle domande. E sottolinea: Così il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan ha risposto a una domanda, non ho mai autorizzato nessuno - spiega - a parlare con altri di questioni bancarie né ho richiesto che persone o membri del governo che avessero contatti con esponenti del mondo bancario, venissero a riferire a me”. Insomma, l’affaire Boschi non è responsabilità del Mef, che in questi mesi ha lavorato sempre per la solidità del sistema.  “Mi sento una persona al servizio del Paese che sta usando tutti i margini che le regole europee e italiane consentono per consolidare il sistema”. E garantisce che le sofferenze dei piccoli azionisti saranno minori del previsto. “Il Fondo interbancario di tutela dei depositi stima che quando le pratiche saranno state tutte esaminate, verranno rimborsati agli obbligazionisti circa 190 Milioni di euro. Ricordo che le obbligazioni emesse dalle quattro banche regionali e distribuite a un pubblico di piccoli risparmiatori ammontano a circa 340 milioni e che pertanto le obbligazioni oggetto della procedura forfettaria ammontano a più della metà del totale”.