IL GOVERNO RENZILONI

M5s, Grillo all'attacco: "Scendiamo in piazza"

Silvia Sfregola

Non saranno per strada con Salvini e Meloni, ma scenderanno in una non precisata piazza d'Italia per un flashmob della democrazia entro il 24 gennaio e, sempre entro la data scelta dalla Consulta per pronunciarsi sull'Italicum, organizzeranno una grande manifestazione "per la dignità dei cittadini". I Cinquestelle hanno sciolto la riserva sulla loro mobilitazione, dopo non aver partecipato alle consultazioni del premier Paolo Gentiloni a Montecitorio. In sala Aldo Moro però, dove i rappresentanti dei gruppi politici hanno riferito alle tv in seguito all'incontro con Gentiloni, la capogruppo dei deputati M5S Giulia Grillo è passata lo stesso a fare una contro-consultazione con i cronisti e ha ribadito le ragioni del no all'incontro con il nuovo presidente del Consiglio. "Per noi qualunque nuovo governo non eletto dai cittadini non ha legittimazione per operare in nome del popolo italiano", ha spiegato. Un "forte gesto politico" e, per sua stessa ammissione, un "messaggio al governo per dire di stare attento a non esagerare nel fare cose che ancora una volta si possano tradurre in lacrime e sangue per i cittadini". La mobilitazione consisterà in una seduta parlamentare dove a parlare e ad essere ascoltati saranno i cittadini con i deputati e i senatori M5S che, per l'occasione, lasceranno le aule di Montecitorio e di Palazzo Madama. Per quanto riguarda la fiducia all'esecutivo poi, a chiarire la posizione del Movimento è Roberto Fico, secondo cui "questo governo nasce morto" e "votare la sfiducia a un governo che nasce morto è una perdita di tempo". Paladini della sovranità popolare - "che vogliamo difendere" - i pentastellati non parteciperanno quindi al voto di fiducia, previsto per domani, nei confronti del nuovo esecutivo guidato da Paolo Gentiloni. "L'idea è non esserci", dice Fico, aprendo la strada all'Aventino. A quel che si apprende, i pentastellati al momento intenderebbero partecipare alle dichiarazioni di voto, ma pensano di uscire dall'aula al momento di esprimere la fiducia. Niente fiducia e nessuna alleanza con Lega e Fdi, neppure di piazza, ma la convinzione di poter estendere la legge elettorale uscita dalla Consulta anche al Senato, facendo votare una proposta del M5S. Nel Movimento intanto si discute di programma e di leadership con due tra gli esponenti più di spicco, Luigi Di Maio e Roberto Fico, che si parlano attraverso i giornali. Entrambi si sono detti disponibili, come tutti i portavoce, a concorrere per diventare i "rappresentanti" dei cittadini a Palazzo Chigi. Ma uno, Di Maio, ammette davanti alle telecamere che pur nella condivisione dei principi fondamentali del M5S, ci sono pensieri differenti; mentre l'altro, Fico, bolla come "affrettata" l'affermazione del collega. "Il nostro unico datore di lavoro è il popolo italiano, il nostro unico obiettivo è il benessere del Paese", dice Di Battista in uno di una serie di videomessaggi che il M5S diffonderà da qui al voto. Per questo - è il ragionamento del biker difensore della Costituzione - soltanto il M5S "al governo" potrà "risolvere i problemi che nessun altro partito politico è riuscito a risolvere negli ultimi 30 anni". In primis la legge sul conflitto di interessi che Di Battista promette di trasformare in legge dello Stato: soltanto il Movimento 5 Stelle può farlo perché "siamo gli unici ad avere le mani libere, perché non abbiamo delle lobby che ci sostengono". "Metteteci alla prova", termina l'appello di Di Battista agli italiani.