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Ddl taglia-stipendi, la proposta M5s torna in commissione

Beppe Grillo

Il dimezzamento del trattamento economico dei parlamentari rinviato con 109 voti di scarto . Grillo contro il Pd: "Vacche sacre". Protesta a Cinque Stelle davanti Montecitorio

Silvia Sfregola
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La proposta del Movimento 5 Stelle per dimezzare lo stipendio dei parlamentari torna in commissione. Non è riuscito il tentativo di imporre il tema in Aula, che aveva pure l'obiettivo di bruciare un argomento dei fautori del Sì al referendum, i quali sottolineano che la riforma costituzionale porterà a minori costi della politica. Beppe Grillo, arrivato a Roma per appoggiare in prima persona il "taglia-stipendi", ha commentato amaro sul suo blog: "Apparentemente non ci hanno ascoltato, e sarebbe già grave". In realtà, secondo il leader del Movimento, la maggioranza parlamentare, con il Pd in testa, vuole "togliere dal campo della discussione democratica parlamentare la questione". Il suo post è corredato da una foto con una mucca che sulle orecchie ha il simbolo del Partito democratico. A suo parere, infatti, i parlamentari che hanno votato per il rinvio sono "vacche autonominatesi sacre che hanno ingurgitato la proposta pentastellata e se ne sono andate. Poi, nel loro recinto, rigurgiteranno per ruminare fra di loro ha chiosato Grillo dopo aver assistito ai lavori dell'Aula seduto in loggione, quasi sempre silenzioso. Aveva parlato prima, uscendo dal suo hotel, sostenendo che anche il Papa è contento di questa proposta M5s sul taglio degli stipendi".  Il ddl, preparato dalla deputata M5S Roberta Lombardi, è stata rinviato con i voti del Pd e del resto della maggioranza di governo. La richiesta di rinvio è stata fatta, ad inizio seduta, dal capogruppo di Democrazia Solidale, Lorenzo Dellai. "Votare nuove discipline del trattamento dei parlamentari alla vigilia di un referendum che potrebbe modificare radicalmente l'assetto delle Camere non ha molto senso - ha detto Dellai - Ha senso farlo a quadro costituzionale definito. Ma soprattutto noi non vogliamo discutere di questo tema facendoci trascinare nella battaglia a effetti speciali tra il M5S e il premier Renzi". Lombardi ha immediatamente bollato come "inaccettabile" la richiesta di rinvio. Ma nemmeno Arturo Scotto di Sel e Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia avrebbero voluto il ritorno in commissione. Entrambi sono intervenuti, assieme a Forza Italia, per dire che degli stipendi dei parlamentari si dovrebbe parlare. L'atmosfera si è infuocata durante l'intervento del capogruppo Pd Ettore Rosato. "Abbiamo provato a costruire un merito con la credibilità di chi ha cancellato 468 milioni di rimborsi all'anno ai partiti, 300 milioni della Camera. Ma voi non volete discutere veramente - ha argomentato - E poi questo sistema nella opacità, alla fine, fa sì che i parlamentari del Pd prendono lo stesso stipendio di M5S. Voi i soldi non li tenete ai partiti e dove li conservate non lo sappiamo". Quindi, attaccando direttamente il fondatore del Movimento, che sedeva proprio sopra di lui, Rosato ha detto: "Noi abbiamo adattato la nostra agenda a Grillo. Ma vada anche al Campidoglio a parlare di consulenze (il riferimento è all'assessore all'Ambiente del Campidoglio Paola Muraro ndr) e di costi inutili. Bisogna saper governare ed essere onesti con i propri elettori". È a questo punto che Grillo ha reagito, urlando ironicamente "Bravo! al capogruppo dem". Nel frattempo, fuori dal palazzo, un centinaio di supporter pentastellati si sono riuniti e hanno ascoltato il minicomizio di deputati e senatori grillini (FOTO) "I cittadini giustamente vogliono tirare un pomodoretto addosso a questi politici" ha detto Alessandro Di Battista arringando i manifestanti, definendo poi "il Pd il partito più ipocrita e pericoloso d'Europa". Quindi un attacco diretto a Renzi: "Un buffone, un mentitore seriale, mi sta sui coglioni".

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