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Elettricità, meno consumi più paghi

Da gennaio la riforma delle tariffe. Favorite le famiglie numerose e i redditi bassi

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Meno consumi e più paghi. Il paradosso è l'effetto della riforma della tariffa elettrica che entra in vigore a partire dal prossimo primo gennaio. Con il nuovo anno 30 milioni di utenti cominceranno a ricevere una nuova tipologia di bolletta che dovrebbe rendere il costo dei servizi «più trasparente ed equo». Questa è l'intenzione del'Autorità per l'energia elettrica e il gas che il 2 dicembre ha approvato una delibera in risposta a una direttiva europea sull'efficienza energetica. A conti fatti però le bollette di chi consuma di più risulteranno più leggere. La riforma si basa su due pilastri. Innanzitutto l'abolizione della progressività, ossia il meccanismo introdotto 40 anni fa in seguito agli choc petroliferi degli anni '70 e in vigore ad oggi che fa pagare di più il kWh a chi consuma di più e di meno a chi ha consumi bassi. Inoltre i costi di rete che costituiscono il 40% della bolletta (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica) verranno spostati sulla parte fissa, cioè verranno pagati per punto di prelievo e per potenza impegnata, anziché per kWh consumato. Secondo l'Autorità «ogni utente pagherà in modo equo per i servizi che utilizza e la gradualità permetterà di evitare eccessivi effetti su chi oggi con bassi consumi paga un po' meno: ora andrà a pagare l'esatto corrispettivo per il servizio che usa, non più agevolato ma congruente con i costi». Il processo di cambiamento sarà graduale e si svolgerà in due step: parte da gennaio prossimo e avrà un altro passaggio nel 2017 per arrivare a regime nel 2018. Con il nuovo regime, saranno favorite le famiglie numerose mentre la bolletta sarà più cara per la famiglia tipo, e il rincaro maggiore sarà per i single benestanti. In particolare, per la famiglia tipo si stima che la spesa media annuale aumenterà (tra il primo gennaio 2015 e il primo gennaio 2018) di 21 euro (+0,9 euro al mese nel 2016, +0,09 euro nel 2017 e +0,76 euro nel 2018); per le famiglie numerose è invece previsto un risparmio di circa 46 euro. Il rincaro maggiore sarà per i single benestanti, che pagheranno 78 euro in più (+2 euro al mese nel 2016, +3,7 euro nel 207 e +0,6 euro nel 2018). Nessuna variazione invece per famiglie e single bisognosi, che beneficeranno del bonus elettrico (che nel 2016 verrà automaticamente potenziato dall'Autorità per l'energia). Vediamo i rincari in base ai consumi. Un utente con consumi molto bassi, 900 kWh, a riforma completata (nel 2018) pagherà ben 117 euro in più rispetto ad adesso su di una bolletta attuale di 260 euro/anno. Nel 2016 la sua bolletta sarà più cara di 20 euro. Un utente con consumi alti, 6000 kWh, l'anno risparmierà nel 2018 quasi 600 euro su una bolletta da circa 1.500 euro. Nel 2016 il risparmio sarà di 160 euro. Il residente con consumi medi, 2.700 KWh/anno, nel 2016 spenderà 9,8 euro in più mentre a fine riforma, nel 2018 la sua bolletta sarà di 19 euro in più. Queste variazioni nella realtà sono anche maggiori perchè includono le accise e l'Iva. Per le famiglie a basso reddito l'Autorità ha previsto un «ammortizzatore»: si tratta del bonus sociale di sconto che nel 2016 viene potenziato in modo che le famiglie a basso reddito non ci sia nessun aggravio di spesa. A regime lo sconto dovrebbe essere portato dal 20 fino al 35% della spesa e con un ampliamento della platea. La riforma delle tariffe dovrebbe incentivare l'installazione di apparecchiature elettriche efficienti, oggi frenate dagli eccessivi costi di utilizzo a causa della progressività del sistema.

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