Niente è più reale del nulla

Ripensando alla narrazione renziana del tutto è bello e tutto va bene viene in soccorso il pragmatico Demostene che ci racconta come nulla è più facile che illudersi perché ciò che ogni uomo desidera crede sia anche vero. Il nostro premier vive nell’illusione di un Paese che non c’è, finalmente in ripresa, dagli indici economici rigorosamente col segno più. Quando gli si fa notare che non è proprio così, che la crisi impera e che per rinascere occorre incidere sulla domanda interna per arrivare a nuovi redditi creando vera occupazione (altro che job act), se la prende con gufi e iettatori. E puntualmente ricomincia a giocare sia con gli italiani, promettendo 80 euro di qua che puntualmente si riprende di là, sia con l’Europa a cui il nostro Paese sta facendo perdere la pazienza nel chiedere ogni forma di flessibilità, dalle riforme, ai rifugiati fino agli investimenti e adesso anche per il terrorismo. Per dire della realtà che di gran lunga supera la fantasia, fra meno di due settimane il regalo di Natale ideato sotto il fascismo per i dipendenti delle industrie, esteso oggi alla totalità degli impiegati e noto come «tredicesima», finirà per l’85 per cento in tasse. Dei 34 miliardi di euro di mensilità aggiuntive solo pochi spiccioli non andranno impiegati per pagare gli aumenti di accise, bolli e bollette, benzina, tariffe autostradali, Imu sulla seconda casa, Tasi per non dire delle altre scadenze naturali che già mettono a dura prova la sopravvivenza di un popolo allo stremo. Se pensiamo che un dipendente su 4 forse nemmeno la vedrà la retribuzione extra, di media in tasca resterà poco meno del 15 per cento, cifra assolutamente insufficiente a rilanciare i consumi e a smuovere un’economia stagnante. Pochi regali, addio settimana bianca, per il cenone mettetevi a dieta. Solo nelle fiabe tutto è bello e tutto va bene. Occhio dunque a chi racconta le favole perché niente è più reale del nulla.